Berenice
Borghi, Ambrogio
Descrizione
Identificazione: La regina Berenice
Autore: Borghi, Ambrogio (1848-1887), esecutore
Cronologia: post 1878
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso / scultura
Misure: 50 cm x 85 cm x 174 cm (intero)
Descrizione: Scultura a tuttotondo in gesso, raffigurante una giovane donna nuda in posizione stante, nell'atto di fare un passo in avanti. La donna indossa una ricca collana e un copricapo di foggia egiziana, sotto il quale sono visibili lunghissimi capelli ricci che le ricadono dietro al schiena fino quasi alle natiche; dietro i suoi piedi è collocato a terra un bacile contenente incenso, da cui si sollevano abbondanti sbuffi di fumo. La scultura è priva delle braccia, che si intuiscono rivolte verso l'alto ma che sono troncate di netto poco sotto il gomito.
Notizie storico-critiche: La scultura, realizzata da Ambrogio Borghi nel 1878, fu donata nel 1937 al Podestà di Monza Ulisse Cattaneo insieme ad altri gessi, dalla figlia di Borghi. L'artista li aveva lasciati nel suo studio a disposizione del fratello scultore, il quale tuttavia, emigrato in America senza dare più notizie di sé, li aveva a sua volta depositati presso altri discepoli. Nello specifico, la "Berenice" si trovava presso l'ormai anziano scultore Rescaldani quando la figlia di Borghi, Ada, decise di donare i bozzetti al Comune di Monza che li accettò con l'intenzione di istituire una gipsoteca, in realtà mai realizzata.
La statua raffigura la giovane e leggendaria regina Berenice II (267 a.C.-221 a.C.), moglie di Tolomeo III Evergete, sovrano della Dinastia tolemaica d'Egitto, che offrì in dono alla dea Afrodite-Zefirite la propria splendida chioma in cambio della salvezza del marito impegnato in guerra contro la Siria. Riporta Catullo, autore della versione latina del racconto originariamente narrato dal poeta e filologo greco Callimaco, che quando tale chioma sparì dal tempio, l'astronomo Conone immaginò fosse stata trasformata in un astro che identificò con una costellazione da lui appena scoperta, cui diede il nome "Coma Berenices" (Chioma di Berenice). La donna viene qui raffigurata nel pieno della giovinezza mentre sembra accennare un passo: manca completamente la parte superiore delle braccia che dovevano essere rivolte verso l'alto a suggerire, come lascia intuire il vaso d'incenso che brucia ai suoi piedi, il momento in cui la regina si dispose a sacrificare le sue chiome fluenti all'interno del tempio.
Ambrogio Borghi, che non arrivò mai alla piena maturità artistica per via della prematura morte avvenuta quando aveva 38 anni, fu uno dei più apprezzati scultori della sua epoca, astro nascente dell'Accademia di Belle Arti di Brera, di cui ottenne la cattedra di modellato a 32 anni. La "Berenice" si colloca stilisticamente nel momento in cui l'artista meditò sulla rivisitazione di modelli manieristici, dal Giambolgna a Cellini, ma anche su citazioni più recenti, come l' "Arcangelo San Michele" di Hayez, anch'esso nudo con le braccia levate (Schinetti, 1995).
Il tema della "Berenice" fu del resto ampiamente trattato da Borghi: oltre al bozzetto monzese a grandezza naturale, ne è infatti noto un secondo in argilla, più piccolo, conservato in una collezione privata a Monza e datato 1876-77 (Schinetti, 1995). Questi due studi erano preliminari alla realizzazione di una scultura in marmo bianco di Carrara, alta 190 cm, destinata all'Esposizione Universale di Parigi del 1878, opera che gli fruttò la medaglia d'argento e la Legion d'Onore: le forme sensuali della donna, la posa e il virtuosismo della modellazione, sia del gesso che del marmo, suscitarono all'epoca dure critiche ma anche commenti entusiastici, al punto che Charles Blanc, direttore della "Gazette des Beaux Arts" di Parigi, la definì "il più bel corpo di giovane donna che sia mai uscito vivo e palpitante da un blocco di Carrara". Venduto all'asta alla fine dell'Expo, il marmo fu nuovamente messo sul mercato nel 1904, per essere acquisito da un collezionista di Bruxelles, Monsieur Rouleau, nella cui dimora rimase per oltre un secolo, in una stanza appositamente progettata per ospitarlo. La scultura ritornò infine sul mercato nel maggio 2011 attraverso un'asta di Sotheby: la statua definitiva è completa e consente di apprezzare l'originale idea compositiva dell'artista con le braccia della donna tese verso l'alto e le dita delle mani intrecciate fra loro. Sempre sul mercato londinese è poi passata nel 2006 anche un'altra opera in bronzo raffigurante una sacerdotessa egiziana alta 196 cm, firmata "Ambrogio Borghi Milano", che ripete in tutto le forme della Berenice.
Collezione: Collezione dei Musei Civici di Monza
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01266/
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