Dal lavoro. Il ritorno dalla filanda

Spreafico, Eugenio

Dal lavoro. Il ritorno dalla filanda

Descrizione

Identificazione: Donne che tornano a casa

Autore: Spreafico, Eugenio (1856-1919), esecutore

Cronologia: post 1890 - ante 1895

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tavola / pittura a olio

Misure: 194.5 cm x 101 cm (intero); 227 cm x 134 cm x 13 cm (intero con cornice)

Descrizione: Dipinto ad olio su tela di formato rettangolare allungato, con orientamento orizzonale, dotato di cornice lignea dorata. L'opera raffigura, sullo sfondo di un tramonto in mezzo alla campagna, un gruppo di popolane che tornano a casa dal lavoro, percorrendo una strada sterrata affiancata sul lato destro della composizione da un canale d'acqua.

Notizie storico-critiche: Realizzato nel nono decennio del XIX secolo dal pittore monzese Eugenio Spreafico, del dipinto non sono noti nè l'anno nè le modalità d'ingresso nelle civiche collezioni monzesi. L'opera è documentata nel 1903, insieme al dipinto "Mulini a Monza. Vita rustica" di Emilio Borsa (vedi scheda OA n. 3o210-01269), presso l'abitazione del signor Ferdinando Panceri, proprietario dello stabile sito nel centro di Monza che l'Amministrazione Comunale aveva all'epoca preso in affitto per farne sede temporanea del Municipio. Panceri ritirò nel dicembre 1903 questo ed altri dipinti, mobili ed oggetti di sua proprietà con l'intento di trasferirli presso la sua abitazione milanese e da quel momento in poi si perdono le tracce della tela fino al 1969, quando venne pubblicata come pezzo di proprietà del Comune di Monza. L'opera fu esposta per la prima volta nel 1895 a Genova, dove era in vendita per la somma di Lire 3000, il che potrebbe fornire una data ante quem per la realizzazione del dipinto.
La grande tela costituisce uno dei capolavori di Spreafico e raffigura un soggetto da lui già trattato in composizioni analoghe degli anni '80, che fu ripreso nel decennio successivo a testimonianza della fortuna iconografica offerta dal modello delle lavoratrici che avanzano cantando. L'opera suggerisce infatti stretti riferimenti con le quasi coeve "Fiumana" e "Il Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo, databili rispettivamente nel 1898 e nel 1901 e oggi conservate l'una alla Pinacoteca di Brera, l'altra al Museo del Novecento di Milano, pur mancando qui completamente la forte tensione sociale che caratterizza invece le opere dell'artista piemontese. Il dipinto di Spreafico evoca più che altro la realtà monzese di fine Ottocento, in cui la camminata delle lavoratrici, pur riferendosi ad una precisa tematica sociale influenzata dalle nascenti organizzazioni di lavoratori, finisce per perdersi nella visione di una campagna immersa nella luce dorata del tramonto, in cui i rosa, i verdi e i gialli della natura si accordano con la tersa luce serale. Privo di risvolti polemici o di denuncia sociale, l'avanzamento delle donne nella luce è certamente una metafora per un futuro migliore, verso il quale esse camminano fiduciose a piccoli gruppi di tre-quattro.

Collezione: Collezione dei Musei Civici di Monza

Collocazione

Monza (MB), Musei Civici di Monza

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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