Gesù Cristo benedicente in trono fra due angeli e i santi Gervasio e Protasio
bottega lombarda
Descrizione
Identificazione: Cristo in trono
Ambito culturale: bottega lombarda
Cronologia: post 300 - ante 800
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: pasta vitrea / mosaico
Descrizione: Il mosaico che occupa la semicalotta absidale della basilica di Sant'Ambrogio raffigura su fondo oro l'immagine di Cristo in trono, circondato dai Santi Gervasio e Protasio.
Sotto il basamento del trono sono rappresentati all'interno di tre tondi dorati i volti di San Satiro, che regge tra le mani un tabernacolo, Santa Marcellina, in atteggiamento benedicente, e Santa Candida, che apre le mani in gesto orante.
Ai lati del trono due angeli volano nel cielo dorato recando delle corone. L'Arcangelo Michele, sulla sinistra, sembra voler poggiare la corona sulla testa di San Protasio, mentre l'Arcangelo Gabriele pare rivolgersi direttamente a Gesù, recandogli l'oggetto poggiato su una stoffa.
Ai lati della composizione sono raffigurati due momenti di un unico episodio. A sinistra, Sant'Ambrogio appare alle esequie di San Martino di Tours, che viene raffigurato disteso in una tomba. A destra, Sant'Ambrogio è invece rappresentato in piedi di fianco all'altare, con la guancia sulla mano destra, colto da un sonno improvviso.
Entrambe le scene, ambientate in due elaborate architetture, sono inquadrate ciascuna da una coppia di palme decorate da nastri.
Notizie storico-critiche: Il mosaico absidale della basilica di Sant'Ambrogio è, nella sua forma attuale, il risultato di un lungo processo storico stratificazione, rifacimenti e alterazioni. Esso fu concepito probabilmente in epoca ambrosiana (IV-V secolo), ma già in epoca carolingia fu modificato. Al IX secolo infatti, sono da ricondurre alcuni dettagli delle architetture presenti negli episodi laterali, che evidenziano il legame spirituale tra Ambrogio e Martino di Tours. La costruzione sulla destra potrebbe rappresentare l'antica basilica Porziana, nonostante la sua identificazione sia ancora controversa. La critica ha infatti suggerito anche un riscontro tra essa e la basilica di San Lorenzo. Inoltre, dato il grande numero di dettagli che interessano la chiesa conventuale di San Martino, qui rappresentata in sezione, è probabile che tali fossero le notizie che si possedevano all'epoca a Milano circa la chiesa francese.
Danneggiato tra il 1190 e il 1198 da una serie di dissesti statici che interessarono l'intero edificio, il mosaico fu parzialmente ricostruito presumibilmente all'inizio del Duecento, il che motiverebbe in esso la presenza di alcuni elementi stilistici tipicamente legati alla pittura toscana del XIII secolo, quali ad esempio la particolare forma del trono e la presenza di Santa Candida, il cui culto iniziò a diffondersi non prima dell'XI secolo. La figura di San Satiro dev'essere stata invece ricostruita nel Trecento, per via della presenza dell'ostensorio: una volta diventato suo attributo caratteristico e costante, è probabile che il ritratto a mosaico sia stato modificato per aggiungere l'oggetto fra le mani del santo.
Nel corso dell'Ottocento il mosaico subì un pesante restauro che, purtroppo, comportò la rimozione delle teste di San Martino, Sant'Ambrogio e, probabilmente, anche di San Gervasio e San Protasio, i cui frammenti furono successivamente dispersi tra musei e collezioni privati. In occasione di tale intervento venne completamente rifatta anche la fascia presente nella parte inferiore della decorazione, con iscrizioni in nero su fondo oro alternati a pannelli decorativi.
Nel 1943, infine, durante i bombardamenti di Milano, l'abside venne pesantemente colpita con la perdita di un'ampia zona, comprendente l'angelo in volo posto sulla sinistra, tutta la figura di Cristo e parte del trono. Dopo la guerra il mosaico fu ricostruito rispettando l'iconografia precedente e mantenendo alcuni elementi d'origine, attualmente riconoscibili poiché separati dai rifacimenti da una sottile linea rossa.
Se da un lato la continua manomissione delle figure e delle scene rappresentate nel mosaico non permette una chiara identificazione dell'originale e primitivo aspetto della decorazione musiva, è pur vero che lo studio e il continuo confronto dei lacerti dispersi con quanto rimasto in loco, ha portato la critica a indagare su interessanti quesiti riguardanti l'iconografia di Sant'Ambrogio all'interno della sua stessa basilica. Nei frammenti originali di mosaico, infatti, il volto di Sant'Ambrogio appare diverso rispetto all'iconografia tradizionale presente nel sacello di San Vittore in ciel d'Oro e nell'altare d'oro di Volvinio, caratterizzandosi con tratti somatici simili a quelli dell'apostolo Pietro. Questo fenomeno può essere letto come un gesto di sfida nei confronti di Roma da parte dell'arcivescovo di Milano Ansperto (868-881), il quale fu deposto e scomunicato dopo un violento conflitto con papa Giovanni VIII. In questo contesto l'immagine dell'abside milanese diventa esplicativa di un manifesto programma politico, in cui Ambrogio doveva essere percepito come un "alter Petrus" e, dunque, rendere legittima la posizione della chiesa ambrosiana, senza che questa si sottomettesse a Roma.
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