Crocifissione di Cristo

bottega lombarda

Crocifissione di Cristo

Descrizione

Ambito culturale: bottega lombarda

Cronologia: seconda metà sec. XIVinizio sec. XV

Tipologia: pertinenze decorative

Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco

Descrizione: Al centro della parete, il lacerto più importante raffigura una "Crocifissione", nella quale Gesù è circondato, a sinistra, dalla Vergine sorretta da una pia donna e dalla Maddalena inginocchiata, e a destra, da San Giovanni affiancato da un santo abate (forse Sant'Antonio) e da Sant'Agostino inginocchiato, che regge tra le mani un cartiglio sul quale è ripreso un passaggio delle sue "Enarrationes in Psalmos". Sotto le braccia di Gesù, inchiodate alla croce, volano due angeli che raccolgono il suo sangue in un calice.
Ai lati sono visibili due lacerti raffiguranti, sulla destra, un San Cristoforo con il tipico bastone e il corso di un fiume, e sulla sinistra, una santa oggi non più identificabile.
Ancora più a destra si trovano lacerti di una "Assunzione della Vergine". Nella parte inferiore del frammento sono visibili soltanto cinque teste di apostoli con lo sguardo rivolto verso l'alto. Sopra di loro, sullo sfondo di un cielo stellato, si staglia l'immagine della candida veste della Vergine, circondata da angeli che reggono un lungo e articolato cartiglio. Altri due angeli sono invece dipinti sullo stipite in cui risvolta la parete, intenti l'uno a cantare a l'altro a suonare l'organo. Sul lato sinistro invece, sospeso nel cielo, appare un castello torrito (Gerusalemme?).

Notizie storico-critiche: Nel 1956, in occasione dei restauri eseguiti da Pinin Brambilla Barcilon sugli affreschi della parte inferiore della parete meridionale del transetto, fortemente danneggiata da fessurazioni, vennero tolte le arche di maggior peso con la conseguente scoperta di tre dipinti di epoca tardo medievale coperti nel periodo barocco. In questa sequenza non esistono sovrapposizioni di opere diverse, infatti la parte oggi mancante dei dipinti trecenteschi era stata cancellata dalla pittura dei fratelli Della Rovere (detti Fiammenghini) già in epoca seicentesca, mentre la parte visibile è rimasta intatta in quanto coperta dai monumenti marmorei.
Al centro la parete è dominata da una "Crocifissione", realizzata intorno alla seconda metà del XIV secolo. L'opera è stata a lungo riferita dalla critica al pittore lombardo Anovelo da Imbonate, attivo a Milano intorno all'ultimo quarto del Trecento, mentre studi più recenti tendono ad assegnarla ad un anonimo pittore, la cui mano è stata riconosciuta anche nelle basiliche di S. Lorenzo e S. Eustorgio. Tale opera sarebbe infatti stilisticamente legata alla cultura pittorica legata alla matrice giottesca di Giovanni da Milano, qui evidente soprattutto nel realismo presente nella trattazione delle espressioni dei volti.
Di norma presente nei refettori e nelle sale del Capitolo, il tema della crocifissione ritornò tra XIV e XV secolo anche a decorare gli interni delle chiese degli ordini mendicanti, affiancata al più favorito tema dell'Eucaristia, in un momento storico (quello del Grande Scisma) in cui erano assai diffusi i dibattimenti circa il sacramento eucaristico e la doppia natura di Cristo. L'inserimento di tale tematica nel transetto si deve, probabilmente, alla committenza agostiniana, che volle associare apertamente la morte in croce di Gesù al forte significato eucaristico conferito alla rappresentazione dal sangue di Cristo che viene raccolto dagli angeli nei calici. Tale riferimento risulta rafforzato anche dalla scritta presente sul cartiglio di Sant'Agostino, tratta dal sermone di commento al Salmo XXI, che recita "...croce salutare per allontanare ogni sorta di veleno dei superbi calunniatori".
Alle soglie del XV secolo sono invece databili i resti dell'"Assunzione della Vergine", collocata nella parte destra della parete. Tale affresco, di notevole qualità pur nella sua frammentarietà, rappresenta un raro esempio di trattazione di questo tema in Lombardia, dove la Vergine veniva usualmente raffigurata in trono all'interno di una mandorla. La critica ha ipotizzato che questa iconografia sia connessa al dogma trinitario, capace di proporre l'immagine della Vergine Assunta o Incoronata come tramite fra cielo, qui perduto, e terra, qui rappresentata dagli apostoli. A partire dalla seconda metà del XIV secolo, inoltre, gli agostiniani parteciparono attivamente anche ai dibattiti sull'Immacolata Concezione. In quest'ottica la scelta di un tema iconografico come quello dell'Assunzione in cielo, non poteva che confermare la loro visione teologica secondo la quale la Madonna, in quanto Immacolata, fu esentata dalla morte cui invece è sottoposto tutto il genere umano.
Indubbia è ad ogni modo la grande raffinatezza nell'esecuzione dei dettagli del dipinto, in particolare la veste candida della Vergine costruita attraverso un'attenta modulazione di pieghe, arricchita da lumeggiature di biacca e dalla presenza di un lungo ciondolo pendente. Tale maestria tradisce una cultura figurativa tardogotica lombarda, probabilmente formatasi nell'ambito culturale di Giovannino de' Grassi.

Collocazione

Milano (MI), Chiesa di S. Marco

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2015)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).