Bambini che giocano
bottega lombarda
Descrizione
Denominazione: Camera dei Putti
Ambito culturale: bottega lombarda
Cronologia: post 1423
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Nella parte alta delle pareti scorre un fregio composto da simboli araldici inseriti entro cornici inframmezzate da lunghe fasce decorate con racemi vegetali di vario tipo, fra le quali si posizionano angeli apteri o alati. Al di sotto, si aprono le decorazioni centrali delle pareti caratterizzate da un fondo rosso intenso su cui spiccano alberi di specie diverse, attorno ai quali coppie di putti sono intenti a giocare e ad arrampicarsi. Gli alberi poggiano su un prato ricco di fiori, delimitato in primo piano da uno steccato formato da ramoscelli che si intrecciano; intorno ad ogni tronco si arrotola poi un cartiglio su cui è scritta una citazione in latino tratta dall'Antico Testamento.
Al di sotto degli alberi si apre una terza tipologia di decorazione, contraddistinta da un finto tessuto appeso allo steccato, sul quale sono riprodotti mazzi di fiori di diverse specie avvolti in cartigli con motti latini di Sallustio, Cicerone, Lucano, Seneca, Terenzio, ecc.. alludenti a Vizi e Virtù; in alcuni punti i fiori vengono sostituiti da corone vegetali all'antica o da curiose figure nude inginocchiate che reggono tra le mani una croce. Più in basso, un'ulteriore fascia racchiude raffigurazioni di pappagalli che reggono cartigli con altri motti latini.
Notizie storico-critiche: La Camera dei Putti fu realizzata da un anonimo maestro lombardo nel 1423: nonostante l'ingresso attuale non sia più coincidente con quello originario, il ciclo pittorico non ne è risultato compromesso e dunque è ancora possibile leggervi in toto un percorso fatto di elevazione, sia morale che mistica, in grado di guidare e giustificare il prestigio nobiliare dell'illustre casato Castiglioni.
La stanza è dominata nella parte alta da un fregio composto da simboli araldici: tra di essi sono riconoscibili quello dei Visconti, dei Pusterla e dei Terzago, mentre quello di Branda, sormontato dal cappello cardinalizio con le nappe, è riprodotto due volte, sia sulla parete meridionale che su quella settentrionale. La posizione elevata di questi stemmi, affiancati da angeli e fiori e frutti allegorici, conferma l'idea per cui un Castiglioni, mediante il percorso meditativo descritto nella sala, doveva mirare a coltivare le virtù che per privilegio di casta erano state concesse alla famiglia, scacciando i vizi terreni. Questi Vizi e Virtù sono esemplificati negli alberi e nei putti collocati al centro delle pareti: essi potrebbero infatti alludere ad una umanità primigenia, inconsapevole (da cui la nudità), che a tratti viene colta dal peccato (una spina nel piede, alcuni oggetti che reggono tra le mani) e che a volte invece cerca di elevarsi spiritualmente (putti che tentano di arrampicarsi sugli alberi).
Gli alberi stessi fanno infatti riferimento ognuno ad una specifica Virtù, così come viene descritta nei testi dei libri sapienziali dell'Antico Testamento, di cui sono riportati motti e brani nei cartigli che ne avvolgono il tronco. Sulla parete orientale: la pianta con una coppia di putti intenti a reggere frutti e a sbucciarli fa riferimento alla "Carità"; l'albero intorno il quale i putti sono intenti a spaccare delle pigne rappresenta la "Mansuetudine"; mentre la pianta circondata da putti che colgono i frutti in un cestino pare un invito alla "Prudenza". Sulla parte meridionale: l'albero sotto il quale si colloca il putto "cavaspino" è quello della "Misericordia", mentre la pianta scossa da due putti che tirano le fronde (oggi in parte distrutta dall'apertura di una finestra) è associata all' "Umiltà". Sulla parete occidentale: la pianta sulla quale un putto è salito con l'aiuto di una scala e ora è intento a porgere un frutto al secondo sotto di lui, rappresenta la virtù della "Liberalità" (intesa come generosità); mentre l'albero sul quale due putti si stanno arrampicando aiutandosi l'un altro è indicativo della "Pace". Sulla parete settentrionale: l'albero al centro, sotto il quale un solo putto regge tra le mani un bastone, è la probabile personificazione della "Fortezza", mentre ignote sono le Virtù collegate alle altre due piante con i rispettivi putti.
L'intero giardino è delimitato in uno spazio ristretto da uno steccato, raffigurazione simbolica di un "hortus conclusus", ovvero di un giardino segreto, il giardino di chi è dedito alla coltivazione del proprio spazio interiore, in cui i Castiglioni erano invitati a sedersi sulla panca dipinta per iniziare la meditazione alla ricerca delle Virtù. Anche la figura ricorrente del pappagallo presente nella parte bassa della decorazione è allusiva dell'uomo eloquente, come certo doveva essere il cardinal Branda, che all'epoca della realizzazione degli affreschi aveva già ottenuto prestigiosi incarichi per conto di papa Martino V e dell'imperatore Sigismondo di Boemia.
Collezione: Collezione del Museo Civico Palazzo Branda Castiglioni
Collocazione
Castiglione Olona (VA), Museo Civico Palazzo Branda Castiglioni
Credits
Compilazione: Uva, Cristina (2015)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01304/
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