Salotto rosso

Panza, Giuseppe; Fredenthal, Ruth Ann

Salotto rosso

Descrizione

Autore: Panza, Giuseppe (1923-2010), allestimento della sala; Fredenthal, Ruth Ann (1938-), autore dipinti

Cronologia: metà sec. XX

Tipologia: pertinenze decorative

Descrizione: Il salotto rosso presenta sul soffitto una ricca decorazione a stucco raffigurante agli angoli i simboli delle quattro stagioni. Sulle pareti sono esposte le opere ad olio su tela di Ruth Ann Fredenthal. Al centro della sala sono disposti tre divani di velluto rosso con imbottitura capitonnè e un tavolo ottagonale della fine del Cinquecento su cui sono raccolte cinque statue in terracotta e piume della regione del Mali; tre seggioloni in velluto rosso probabilmente della bottega dell'intagliatore bergamasco Andrea Fantoni e una maschera di danza Mwanapwo della regione del Kasai (Congo) decorata con elementi in fibre e terracotta. Sulla credenzina piemontese del tardo XVI secolo sono disposte tre figure antropomorfe, in terracotta con applicazioni in terra rossa, dell'arte dei Mambila (Camerun/Nigeria); alla sinistra della porta d'entrata si trova una scrivania da notaio di manifattura emiliana del XVII secolo, impiallacciata in radica di noce, sulla quale ci sono due sculture: una dell'arte dei Bozo (Mali), l'altra di arte Atzeca (Messico), della prima metà del XV secolo. Ai lati del mobile due sedie cosiddette "a cartelle", una scultura lignea del 1954 di Vittorio Tavernari e, sull'armadietto pensile, una figura virile dell'arte dei Nayarit (Messico).

Notizie storico-critiche: Collocato al primo piano della villa nell'ala nord, il salotto rosso è stato allestito dall'ultimo proprietario della villa Giuseppe Panza accostando opere d'arte contemporanea, arte primaria e arredi antichi per costruire una raffinata armonia. Il salotto rappresenta il cuore della villa perché qui Panza riunisce le sue tre grandi passioni: superando i tradizionali confini che tendono a distinguere tra arte ed etnografia o tra arte occidentale e arte extraeuropea, il collezionista accosta statue tribali a mobili dalle pure linee rinascimentali e dipinti di artisti contemporanei. Determinante, alla base di queste scelte, la convinzione dell'esistenza, in tutte queste forme artistiche, di una fonte d'ispirazione comune, cioè i medesimi valori di purezza, essenzialità ed espressività.
I quadri di Ruth Ann Fredenthal (Detroit, 1938) Untitled n.9, 1975 (olio su tela di cotone), Untitled n. 130, 1987-1989 (olio su lino) e Untitled n. 121, 1984-1985 (olio su lino trattato) sono solo apparentemente di un solo colore, ma in realtà suddivisi in diversi settori da un'impercettibile cambiamento di tono lungo una linea ondulata, che è possibilie cogliere solo da un preciso punto di vista.
Particolarmente degno di nota è il significato della collezione di Arte Primaria all'interno della raccolta di Giuseppe Panza, che comprende in totale circa sessanta oggetti in particolare di sculture provenienti dall'Africa e dal Messico precolombiano: in dialogo costante con la raccolta di arte contemporanea, nel comune intento di proporre nuovi modelli estetici e ampliare la capacità di comprensione del "diverso". Nei confronti dell'Arte Primaria, Giuseppe Panza non si pone dunque come il collezionista sistematico che vuole riunire la rappresentazione esaustiva di una cultura attraverso l'arte, e non è nemmeno lo specialista che si dedica puntigliosamente ad approfondire un unico settore o soggetto, ma cerca quegli apporti di profondo valore umano che alcune opere hanno conservato nel tempo. In questa ricerca, iniziata nel 1958 e portata avanti in parallelo al collezionismo di arte contemporanea, è fondamentale la figura di Franco Monti, collezionista di arte primaria, che nella primavera del 1958 organizza una mostra di arte primitiva con sculture precolombiane e africane alla galleria dell'Ariete a Milano. Il momento storico, all'inizio degli anni Sessanta, è inoltre favorevole agli acquisti per diversi motivi: la creazione di un mercato di questa arte in America, prima che venissero emanate leggi per proibire l'esportazione dei beni artistici, e il cambiamento di religione delle popolazioni, che passavano da quella animistica all'islamismo, che proibiva la raffigurazione della divinità e costringeva i fedeli alla distruzione delle immagini.
La cromìa originaria del soffitto settecentesco è stata scoperta durante la campagna di restauri del FAI sotto uno strato di intonaco bianco nel 1996.

Collezione: Collezione di Villa Panza

Collocazione

Varese (VA), Museo Villa e Collezione Panza

Credits

Compilazione: Bombelli, Giulia (2015); Uva, Cristina (2015)

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