Sala Antonia Campi
Descrizione
Cronologia: sec. XX
Tipologia: pertinenze decorative
Descrizione: La sala dedicata ad Antonia Campi raccoglie i pezzi più significativi della sua produzione, mettendo in luce la sua doppia anima di artista e designer. Per la Società Italiana Ceramica la Campi si cimentò dapprima nella progettazione di "articoli fantasia" e, in seguito, nell'ideazione di sanitari e piastrelle.
Lo spazio della sala del museo e il semplice sistema espositivo fondato su una sequenza di vetrine ordinate senza seguire la precisa scansione cronologica delle opere, non solo rispecchia e pone in evidenza la sua esperienza nella SCI, ma valorizza anche il suo estro e il suo genio creativo. Le opere esposte, infatti, permettono di conoscere alcuni tratti essenziali del linguaggio proprio di Antonia Campi che venne a contatto con i maggiori artisti della sua epoca, sia in Italia che all'estero, ottenendo premi e riconoscimenti internazionali di primaria importanza.
La sala espone alcune delle sue peculiarità e passioni, tra le quali l'incessante suo interesse per la natura che in lei si fa sintesi, e giunge sino alla mimesi completa con il prodotto finito che diventa altro, assumendo l'aspetto del gallo, trasformandosi in fungo, o seguendo la forma ondulata di una conchiglia.
Notizie storico-critiche: Antonia Campi è una delle poche donne protagoniste della storia della ceramica italiana del Novecento alla quale il Museo Internazionale Design Ceramico (MIDeC) intende dare omaggio con una sala a lei dedicata. Dopo aver frequentato l'Accademia di Brera, diplomandosi nel 1947 in scultura sotto la guida di Francesco Messina, si interessa alle arti applicate e nel medesimo anno è assunta dalla Società Ceramica Italiana di Laveno, dove rimase ricoprendo negli anni prestigiosi incarichi. Le sue doti, che emergono dalla visione delle opere qui esposte, furono apprezzate dal primo direttore artistico dell'azienda, Guido Andlovitz, che le offrì la possibilità di cimentarsi e sperimentare con la ceramica nuove prospettive e innovativi linguaggi artistici. La sala, dunque, mostra come da subito Antonia Campi operi in diversi settori dell'azienda, progettando articoli di fantasia, serie limitate e pezzi unici impiegando prevalentemente la terraglia forte, senza tuttavia escludere l'utilizzo della porcellana. Succeduta nel 1962 ad Andlovitz nella direzione della SCI, dal 1971 la Campi diresse il Centro Artistico unificato della SCI e della Richard-Ginori, e in seguito il Centro Design della Pozzi-Ginori, nato dal nuovo assetto societario. In questo ruolo assunse il compito di seguire l'intera produzione dell'azienda, dai servizi da tè e caffè, ai vasi, ai piatti, ai soprammobili, ai sanitari e alla rubinetteria. Per questa ragione l'esposizione museale raccoglie solamente alcune delle opere più rappresentative del suo operato, mostrando anche alcune composizioni che da sempre hanno suscitato molto interesse e curiosità nel pubblico, quale il "Servizio Gallina" del 1951, un completo da thè di foggia fantastica in pasta bianca decorato con smalti policromi (nero, viola e rosa) composto da una teiera, una lattiera, una zuccheriera, e dalle tazze coi rispettivi piattini.
Dal 1978 la Campi operò come free-lance, mettendo a punto nuovi prodotti, sperimentando settori di progettazione diversi, dal vetro al metallo e ai gioielli. Di questo ultimo periodo, ovviamente, la sala non ne riporta che gli echi, anche perché molte sue creazioni non ceramiche sono presenti in numerosi musei sparsi in tutto il mondo. Le opere esposte, dunque, mostrano la sua l'innovazione della sua ricerca nel campo della produzione industriale evidente sia nella forma che nelle tonalità. La bicromia, ad esempio, costituisce per lei una vera cifra stilistica. Appare dunque evidente che la sua tavolozza cromatica sia definita, e che tra le mille possibilità a disposizione prediliga colori forti e brillanti. Anche per questa ragione le sue opere, e conseguentemente la sala a lei dedicata, catturano l'attenzione dell'osservatore che è qui richiamato all'importanza che l'arte, il bello e gli oggetti di designer diventino oggetti di uso quotidiano, entrando nello loro case e venendo impiegate sulle tavole di chiunque. Funzione, forma e decoro nelle sue opere si fondono in una sintesi significativa nel quale il colore e lo stile non costituiscono semplicemente elementi accessori, ma piccolo protagonisti del costume sociale. Nella sala sono presenti anche altri oggetti sui quali lei interviene personalmente trasformandoli in pezzi unici. In queste opere, dunque, la sua anima di scultrice è pienamente congiunta al ruolo di designer e di dirigente industriale.
La versatile creatività di Antonia Campi visibile nelle sue opere soggiace anche al momento costitutivo del Museo Internazionale Design Ceramico (MIDeC). Sua, infatti, è l'impostazione iniziale delle differenti sale, la cura dispositiva delle luci e l'esposizione delle opere al primo piano del museo. Nel 1986 fu nuovamente lei ad occuparsi dell'allestimento dei nuovi ambienti, resisi disponibili a seguito di copiosi lavori di restauro.
Collezione: Collezione del MIDeC - Museo Internazionale Design Ceramico
Collocazione
Laveno-Mombello (VA), MIDeC - Museo Internazionale del Design Ceramico
Credits
Compilazione: Uva, Cristina (2015); Zanzottera, Ferdinando (2015)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01326/
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