Caduta di Fetonte
Galliari, Fabrizio; Galliari, Bernardino; Galliari, Giovanni Antonio
Descrizione
Autore: Galliari, Fabrizio (1709-1790), esecutore; Galliari, Bernardino (1707-1794), esecutore; Galliari, Giovanni Antonio (1714-1783), esecutore
Cronologia: ca. 1750
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Il primo livello del salone è dipinto a finti stucchi con aperture nel muro, zoccolature, nicchie e trabeazioni che sostengono una balconata dipinta con finto aggetto e colonne tortili di marmo che, a loro volta, sorreggono un'illusionistica apertura che lascia intravedere un cielo popolato una moltitudine di figure in movimento.
I temi rappresentati sulla volta del salone riprendono la cultura classica a sfondo allegorico-mitologica. L'Allegoria del Tempo è affidata a putti che sorreggono clessidre dotate di ali e meridiane policrome, che compaiono accanto a una persona anziana seduta in trono che personifica la Morte, raffigurata mentre stringe tra le mani una lunga falce. Le due scene principali, invece, sono legate al mito del disubbidiente Fetonte, il quale, contro il volere del padre Apollo, volle condurre il carro solare precipitandone al suolo dopo aver bruciato una parte della volta celeste e una parte della terra. La scena, divisa in due quadri, mostra sulla sinistra di chi entra nell'ampio salone, Fetonte che chiede il permesso ad Apollo di poter guidare per un giorno il carro solare trainato dai bianchi cavalli che indica con la mano destra, e, sulla parete opposta, il giovane che cade al suolo colpito da una saetta di Zeus.
Notizie storico-critiche: Considerato uno degli ambienti artistici più significativi dell'intero complesso architettonico di Villa Arconati, il Salone dei Galliari fu voluto da Giuseppe Antonio Arconati, che per la sua realizzazione chiamò, dopo aver concluso nel 1750 i lavori di ampliamento della villa, i fratelli Galliari, pittori di origine piemontese specializzati in scenografie teatrali. Abili nel creare illusioni architettoniche e quadrature prospettiche, a Villa Arconati i fratelli Galliari eseguirono una delle loro prove pittoriche più convincenti, che consentì loro di tornare attivi in ambiente milanese anche per le scenografie de "L'Europa riconosciuta" impiegate per l'inaugurazione del teatro La Scala di Milano avvenuta nel 1778.
Per la precisione, a Fabrizio Galliari, specializzato nella quadratura prospettica, sono da ascrivere le architetture e gli effetti a trompe l'oeil realizzati grazie ad espedienti tipici della pittura settecentesca, che prevedono l'inserimento di figure che sembrano sporgersi dalle architetture o di vasi e statue aggettanti che sembrano sul punto di cadere. Tali originali e brillanti soluzioni in questa sala si coniugano sapientemente con le esedre prospettiche dipinte sule pareti corte, dove le porte reali, inquadrate in nicchie rovesciate, diventano ulteriori spunti per allungarne la profondità. A Bernardino e Giovanni Antonio, invece, sono da assegnare le figure dipinte con colori caldi e luminosi e il disegno di fiori e ghirlande, distribuiti con grande generosità su tutta la volta e sulle pareti.
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