Carro del Sole
Albertolli, Giocondo (attribuito); Pirovano, Pietro Paolo
Descrizione
Autore: Albertolli, Giocondo (attribuito) (1743-1839), esecutore (pittura); Pirovano, Pietro Paolo (1665-1738), esecutore (scultura)
Cronologia: ca. 1749
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Lo scalone è composto da due rampe di bassi gradini in pietra con una balaustra lavorata a motivi mistilinei ed è illuminato da due finestroni. Sui lati, una finta architettura dipinta mostra una balconata di ferro battuto finemente istoriata che si apre illusionisticamente su pareti decorate con motivi a stucco. Al livello superiore, alternate ai vani dipinti, finte finestre con parapetti raffiguranti stemmi araldici si affacciano sulla sala, alternando finestre chiuse e finestre aperte con tendaggi che si muovono per un immaginario soffio di vento. Nei pennacchi d'angolo, piccoli putti sono dipinti seduti in nicchie a conchiglia, mentre tengono tra le mani degli scudi, con le gambe penzoloni, in un sapiente gioco illusionistico. Sulla volta dello scalone, tramite un oculo prospettico aperto in una finta architettura, spicca un cielo blu in cui si osserva il carro di Apollo, con un monumentale Sole infuocato, che viene trainato dai cavalli, mentre accanto a lui, due figure, di cui un uomo munito di scudo, lancia ed elmo, ed una donna seduta sul limitare dell'architettura, stanno osservando la scena. Sui lati minori, in alto, sventolano illusori tendaggi dipinti a righe gialle e rosse, andando a rimarcare la presenza di grossi stemmi compositi.
Notizie storico-critiche: Lo scalone che collega il pian terreno al piano nobile di Villa Arconati è un ambiente monumentale e dalla storia complessa. Sul piano di passaggio è esposta una copia della celebre scultura rappresentante il Laocoonte avvolto insieme ai due figli dalle spire di serpenti marini, oggi conservata ai Musei Vaticani.
I lavori di ristrutturazione della scalinata sono documentati da un contratto datato 1749, in cui si richiede allo scalpellino Pietro Pirovano delle decorazioni in pietra di Viganò per la balaustra, che fu intagliata forse su un disegno dello stesso conte Giuseppe Antonio Arconati, committente di molte delle decorazioni interne della Villa. Il volume dello scalone e il soffitto furono interamente affrescati a trompe l'oeil, e questa decorazione è stata dubbiosamente attribuita dalla critica al celebre pittore e decoratore svizzero-italiano Giocondo Albertolli, insegnante di Ornato presso la neonata Accademia di Belle Arti di Brera dal 1776 al 1812.
Con il XIX secolo e il passaggio di proprietà della Villa ai marchesi Busca, vennero intrapresi nuovi imponenti lavori all'interno del complesso di gusto tipicamente neo rococò: a questa campagna d'intervento è forse da collegare la data dipinta sulla pittura parietale che sovrasta la seconda rampa di accesso dello scalone, sul cui architrave appare la data 1865.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01346/
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