Cavaliere dell'ordine cistercense
Carabello, Domenico (attribuito); Pescallo, Ludovico (attribuito)
Descrizione
Autore: Carabello, Domenico (attribuito) (notizie sec. XVIII inizio); Pescallo, Ludovico (attribuito) (notizie sec. XVIII inizio)
Cronologia: ca. 1700 - ca. 1702
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso / scultura
Misure: 125 cm x 300 cm (intero); 55 cm (base)
Descrizione: La scultura raffigura un cavaliere dell'ordine cistercense con elmo, mantello e armatura alla romana; la croce dell'ordine è ben visibile sul pettorale. La statua poggia su una mensola scolpita con mascherone.
Notizie storico-critiche: Si tratta di quattro statue di cavalieri a grandezza d'uomo che evocano cortei regali. Sono ubicate nello scalone che possiamo definire di tipo monumentale a due rampe dell'ex convento di Parabiago. Da un confronto stilistico si può affermare che le stesse persone che lavoravano allo scalone di Parabiago abbiano, attorno agli stessi anni, compiuto pure la balaustra di casa Crivelli a Milano. Ai Crivelli infatti era stato dato da tempo l'incarico di proteggere e amministrare le finanze del convento di Parabiago.
Il 16 settembre 1700 i maestri Domenico Carabello e Ludovico Pescallo si impegnano a fare la balaustra dello scalone. Entrambi questi maestri hanno cognomi che ricorrono assai spesso nelle famiglie del mendrisiotto. Un Domenico Carabelli di Morbio Superiore, ad esempio, appare attivo a Verona nel 1706 e potrebbe essere lo stesso che lavora a Parabiago. Ciò comprova la preferenza data dai cistercensi, per la costruzione del convento, a maestranze provenienti dai laghi lombardi.
Le quattro statue poggiano su mascheroni che fanno da mensola. Si coglie una forte severità espressiva e morale; i movimenti e le espressioni risultano bloccate. Le sculture stanno come guardia d'onore schierate a vegliare sull'ingresso del convento. La semplicità del convento, spoglia di ogni ornamento, contrasta con il tono aulico dello scalone. Si segnala che le statue si presentano imbiancate e per quanto visibile ricoperte di cemento che rende meno fini i profili scultorei e occultano le iscrizioni, un tempo certamente presenti sulla base. Le iscrizioni sono infatti documentate da foto storiche in b/n pubblicate nella monografia di Maria Luisa Gatti Perer del 1966 segnalata in bibliografia. Le statue sono state probabilmente realizzate dalle stesse maestranze che hanno eseguito la balaustra dello scalone.
(L'opera non ha numero di inventario; presso l'Ente non è stata trovata documentazione d'archivio relativamente all'opera in esame).
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: A.T.S. della Città Metropolitana di Milano
Credits
Compilazione: Simioli, Adele (2010)
Aggiornamento: Basilico, Andrea (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o260-00003/
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