Ritratto di Giovan Andrea Pesenti
Ceresa, Carlo
Descrizione
Autore: Ceresa, Carlo (1609-1679), esecutore
Cronologia: ca. 1650 - ca. 1660
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 94.3 cm x 119.2 cm (intero)
Descrizione: Ritratto di Giovan Andrea Pesenti. Il soggetto è raffigurato in abito nero con grande collo quadrato bianco, stante, con la mano sinistra appoggiata ad un tavolo e la destra posta sul fianco. Nella destra tiene un cappello a larga tesa. Dall'opera emerge austerità, tensione formale di scabra essenzialità. Resa levigata della pelle; il cappello cilindrico appoggiato al fianco in nero su nero, un libretto quasi nascosto sotto la mano poggiata sul tavolo, forse, ma non necessariamente, un piccolo libro di preghiere. La luce tagliente si concentra sul viso, con una intensità che pare accentuata dal riflesso del colletto candido col suo profilo netto.
L'opera è inserita in una semplice cornice in legno modanato e dorato; nella parte inferiore, cartiglio con iscrizione.
Notizie storico-critiche: Il Ceresa occupa un ruolo centrale nella ritrattistica del Seicento italiano. Nelle sue opere sono evidenti una straordinaria impronta naturalistica, grande realismo, resa dettagliata dei costumi, notevole essenzialità. I suoi esordi, la rappresentazione degli offerenti nelle pale, sono precoci e denotano una grande capacità di introspezione caratteristica di tutti i suoi ritratti; raffigura i personaggi con un taglio ravvicinato e la posizione frontale, lo sfondo ridotto all'essenziale. Per il Ceresa non è la ricchezza dell'abito a dar valore al ritratto, non basta dipingere in modo somigliante, occorre dare sentimento e far emergere il carattere della persona e questo a lui riesce meravigliosamente, aiutato dalle sue capacità di cogliere l'essenza della persona e restituircele in pittura attraverso il volto, le mani che parlano del personaggio e la luce che utilizza come forte elemento espressivo.
Per la nobile famiglia dei Pesenti, il cui stemma con l'aquila e la pesa campeggia in alto a sinistra, il Ceresa eseguì una notevole galleria di ritratti, inauguratasi nel 1628 con il ritratto di Gerolamo Pesenti, il primo in assoluto datato del pittore. Successivamente il Ceresa dovette essere convocato due volte dalla famiglia bergamasca: nel 1650, allorchè dipinse i ritratti di Giovanni Pesenti, di Francesco di Battista Pesenti, di Giovanni di Francesco Pesenti, di Pietro Maria Pesenti; e infine nel 1657, anno a cui sono riferibili i ritratti di Anna Maria Pesenti e nuovamente di Pietro Maria Pesenti e della moglie Maria Passi.
Nonostante l'intonazione celebrativa, il dipinto va annoverato tra gli esiti alti della ritrattistica bergamasca, per la 'fulminante' individuazione naturalistica del volto canuto, ma ancora vivace e combattivo, dell'anziano nobile. Nell'impianto sobrio e castigato, la tela documenta il distacco dalle cadenze della ritrattistica barocca, e trova una profonda sintonia con gli austeri modelli, ben anteriori, di Daniele Crespi. L'opera in esame evidenzia la distanza che separa Ceresa dalla pittura del Seicento veneto.
Giovanni Pesenti è nato nel 1588 da un Francesco, il quale, rimasto vedovo, si era risposato con una certa Elena Careggi.
L'opera in questione era prima considerata una replica debole e con una presenza autografa molto limitata rispetto alla collaborazione di bottega di un dipinto con uguale soggetto, opera di Carlo Ceresa, conservato a Bergamo in collezione privata.
Gli studi condotti da Alessandra Civai, autrice nel catalogo "Carlo Ceresa i ritratti della gratitudine: Restauro e studio di dipinti mai visti della quadreria dell'Ospedale di Bergamo" del saggio "Genesi di una quadreria. Arte, carità e patrimoni di famiglia: il caso del pittore Carlo Ceresa e dei suoi discendenti" e delle schede delle opere, e il restauro effettuato da Antonio Zaccaria, autore anche di un saggio sulla tecnica ceresiana, hanno confermato la paternità al maestro bergamasco Carlo Ceresa, riscontrabile nella finissima tecnica esecutiva caratterizzata da molteplici velature trasparenti, da uno stile vigoroso e sapiente nella presa diretta della realtà e dall'introspezione psicologica del personaggio.
Impressionanti i virtuosistici effetti di nero su nero recuperati dal restauro nella veste del mercante Giovanni Pesenti, un ritratto che è la replica autografa di un'opera conservata in collezione privata bergamasca.
Collocazione
Provincia di Bergamo
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII
Credits
Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)
Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o270-00010/
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