Ritratto di Matteo Rota dottore
ambito bergamasco
Descrizione
Ambito culturale: ambito bergamasco
Cronologia: ca. 1900 - ca. 1930
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 77 cm x 140 cm
Descrizione: Ritratto del Dott. Matteo Rota. Opera derivata dal ritratto fotografico custodito nella segreteria dell'Istituto fondato dal Dottore.
Il soggetto è ritratto in piedi; predominano tonalità calde di colore; contrasti tra luci e ombre. Resa naturalistica della morbidezza e del volume dei capelli e dei baffi.
Il dipinto è inserito in una cornice lignea intagliata e dorata; nella parte inferiore, cartiglio con iscrizione.
Notizie storico-critiche: Emerge dall'opera l'espressione profonda del personaggio, dallo sguardo sicuro e nello stesso sereno. Efficacia naturalistica nella resa dei tratti fisionomici del volto, resi con tocchi di colore morbidi e 'atmosferici'.
In quest'opera emerge l'emblema della borghesia bergamasca del tempo, quella borghesia laboriosa, severa e nello stesso tempo serena.
All'idea di ritratto come strumento di idealizzazione si contrappone qui l'idea di un ritratto eticamente motivato in cui prevale il valore esemplare: "dovendo servire questi ritratti solo per stimolo al bene operare - scriveva il cardinale Paleotti - fuori tempo è il volersene servire mentre che vive il proprio autore, la cui vita ed azioni sono il vero esemplare". E di fatto questi dipinti recano generalmente - oltre al nome dell'effigiato - o i titoli di benemerenza o la data dell'atto munifico, come a far coincidere nel fotogramma più significativo l'intera immagine di una vita. Il dipinto diviene così lo specchio di una società, ma di una società moralisticamente ordinata. In questa logica si motiva anche l'attenzione al dato di costume, in quanto anche l'abbigliamento, specie se realisticamente inteso e finalizzato alla sola caratterizzazione sociale del personaggio, risulta funzionale alla visualizzazione di una tal forma di esemplarità.
L'opera in base all'analisi stilistica rientra nell'ambito della ritrattistica bergamasca dei primi decenni del XX secolo.
Il dottor Matteo Rota (Adrara San Martino, 1847 - Bergamo, 1930) fondò 'l'asilo di ambulanza per i bambini rachitici', già da lui propugnato con una conferenza 'Della rachitide in Bergamo' (1879), aperto nel 1884, con quattordici letti, e successivamente ingrandito fino a diventare Istituto Rachitici, col nome ben meritato di Istituto ortopedico Matteo Rota, provvidenziale per la salute dell'infanzia.
Matteo Rota, figlio di Lorenzo Rota, medico e botanico di chiara fama, fu egli stesso medico ed esercitò la professione ad Adrara e in altri luoghi della Bergamasca, raggiungendo sempre a piedi gli ammalati anche nei più sperduti casolari. Amante della montagna, fu fra i primi soci del Club Alpino Italiano di Bergamo e compì numerose escursioni ed ascensioni, determinando con l'ausilio di strumenti scientifici l'altezza delle principali cime delle Alpi Orobiche, dalla Presolana al Corno Stella. Appassionato di studi geologici e molto stimato per le sue ricerche da Torquato Taramelli, il Rota indagò numerose località fossilifere della provincia, dalla Valle San Martino alla Valle Imagna, dalla Val Seriana al Sebino raccogliendo nel corso degli anni una quantità notevole di significativi reperti, che oggi fanno parte delle raccolte del civico museo di scienze naturali di Bergamo. Fin dagli esordi della professione medica il Rota studiò il rachitismo, malattia un tempo diffusa. Con l'aiuto di don Celeste Briolini, vicario di Sant'Alessandro in Colonna, poté poi ingrandire l'istituto ortopedico dotandolo di adeguati reparti. Tale istituto fu quindi unito all'Ospedale Maggiore di Bergamo.
Collocazione
Provincia di Bergamo
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII
Credits
Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)
Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o270-00026/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).