Ritratto di Pietro Carminati medico

Tallone, Cesare (attribuito)

Ritratto di Pietro Carminati medico

Descrizione

Autore: Tallone, Cesare (attribuito) (1853-1919)

Cronologia: 1892

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 67 cm x 87.5 cm (intero)

Descrizione: Ritratto del Dottor Pietro Carminati. Il personaggio è ritratto a mezzo busto, con il volto di tre quarti. Sul viso spiccano i baffi corvini.
E' presente nel dipinto una pennellata densa, facilità d'esecuzione, plasticità della figura; sfondo neutro giocato sui toni degli ocra e del giallo che sfuma nei toni dell'oro.
L'opera è inserita in una ricca cornice in legno intagliato e dorato; nella parte inferiore, cartiglio con iscrizione.

Notizie storico-critiche: Cesare Vittore Luigi Tallone è nato a Savona, 11 agosto 1853, morto a Milano, 21 giugno 1919.
Unico figlio maschio (con tre sorelle) di Pietro Tallone, di Pinerolo, nacque a Savona dove il padre, ufficiale dell'esercito piemontese, era di servizio. In seguito lo seguì a Parma, nel 1860, quando questi vi fu assegnato a dirigere il real collegio militare. Dopo la morte precoce del padre (nel 1863, a soli 47 anni), si trasferì con la madre (Teresa Macario) ad Alessandria, città dove questa era nata.
Precocemente attratto dalle arti figurative, Cesare Tallone entrò, dodicenne, nella bottega di Pietro Sassi, pittore locale; il suo talento fu presto riconosciuto e dalla Municipalità di Alessandria venne aiutato a seguire dei corsi regolari: grazie all'aiuto di un mecenate (Domenico Boratto di Alessandria), poté iscriversi, a diciannove anni all'Accademia di Brera nel novembre 1872. Allievo di Giuseppe Bertini, ha come compagni di studio Previati, Spartaco Vela, Gola, Segantini. Nel 1873 entra a far parte della "Famiglia artistica", un sodalizio animato da Vespasiano Bignami, in cui si ritrovavano esponenti della scapigliatura e delle altre correnti d'arte del tempo come Cremona, Ranzoni, Giuseppe Grandi, Giovanni Segantini, Eugenio Gignous, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, e molti altri.
Nel 1877 avvenne il suo esordio all'Esposizione annuale di Brera; cominciarono per lui i primi riconoscimenti.
Nel 1880 fu a Roma dove conobbe Gemito, Mancini e Michetti e dove lavorò intensamente. Fu all'Esposizione di Roma del 1883 con successo e l'anno successivo all'esposizione di Torino. Nel 1884 vince il concorso per la cattedra di Pittura all'Accademia Carrara di Bergamo, che detenne fino al 1898, quando passò a Milano, all'Accademia di Brera, dove insegnò dal 1899 fino alla morte.
Nel 1885 vinse il concorso per la cattedra di pittura dell'Accademia Carrara.
Il 18 aprile 1888 sposò Eleonora Tango, da cui ebbe nove figli: Irene (1889-1905), Emilia (1891-1943), Teresa (1893-1933), Guido (1894-1967), Cesare Augusto (1895-1982), Ermanno (1896-1963), Alberto (1898-1968), Vincenzina (1899-1912), Giuditta (1904-1997) (due figli maschi morirono, di parto prematuro, nel 1890 e 1892; ancora studente, Cesare Tallone aveva avuto due figli, Enea e Maria, nel 1876 e nel 1879 da Paola Bellati).
L'ambito nel quale Cesare Tallone espresse il meglio di sé fu il ritratto. I suoi ritratti erano assai richiesti, anche dalla famiglia reale: eseguì infatti vari ritratti del re Umberto e della regina Margherita.
Giuseppe Pellizza da Volpedo si iscrisse ai suoi corsi alla Carrara. Poiché l'Accademia Carrara era interdetta alle donne, Tallone aprì una scuola femminile a palazzo Suardi, dove abitava. Nel 1897 espose alla Biennale di Venezia un ritratto della figlia Irene che venne acquistato dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma.
Nel 1898 morì Giuseppe Bertini, il suo vecchio maestro di Brera, e Tallone venne chiamato a sostituirlo nel 1899. Tornato a Milano, a Brera ebbe tra i suoi allievi Bonzagni, Carrà, Funi, Sant'Elia, Boccioni, Carpi, Dudreville, Tosi, Bucci.
Andò ad abitare e a tenere studio in via Crocerossa. Conobbe Margherita Sarfatti, Ada Negri, Sibilla Aleramo, Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele d'Annunzio.
Con l'approssimarsi della prima guerra mondiale la salute cominciò a mancargli, e le precarie condizioni fisiche si assommarono al dolore per la partenza per il fronte dei quattro suoi figli maschi e di tanti suoi allievi dell'Accademia. Continuò ancora a lavorare con buoni risultati, ma si aggravò alla fine di marzo 1919 e dovette lasciare l'insegnamento. Morì all'ospedale Fatebenefratelli nel giugno dello stesso anno.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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