Ritratto di Cherubino Zanchi

Calegari, Giacomo

Ritratto di Cherubino Zanchi

Descrizione

Autore: Calegari, Giacomo (1848-1915), esecutore

Cronologia: 1906

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 70 cm x 90 cm (intero)

Descrizione: Ritratto di Cherubino Zanchi. Il soggetto è seduto su di una poltrona e volge lo sguardo verso destra. Un braccio è appoggiato al bracciolo, l'altro appoggiato sulla gamba. Emergono dall'opera tonalità calde di colore; contrasti tra luci e ombre.
Il dipinto è inserito in una cornice in legno intagliato e dorato; nella parte inferiore, cartiglio con iscrizione.

Notizie storico-critiche: La produzione artistica di Giacomo Calegari, nonostante si sia sviluppata nell'arco di un venticinquennio, appare piuttosto cospicua e si distingue chiaramente nei due filoni, quello tradizionale del ritratto su commissione pubblica o privata e quello della pittura di genere, ancora tanto in voga a Bergamo alla fine dell'Ottocento e assai ricercata. Netta fu la prevalenza del lavoro di ritratto, su commissione pubblica o privata, talvolta eseguito postumo utilizzando il nuovo mezzo della fotografia, così ben esaltato dall'amico Eugenio Goglio. Per la ritrattistica, molte furono le richieste che provenivano dalle famiglie borghesi e dal clero di Bergamo e provincia: basti ricordare la vera e propria galleria di famiglia realizzata per gli Zanchi, per i Piccinelli, per i Camozzi e per i Suardi e, a Piazza, per la famiglia Calvi o i ritratti del sacerdote don Pietro Armati, prevosto di Pignolo, dell'arciprete don Angelo Tondini e del concittadino don Marco Calvi. Nel primo e vivo nucleo di ritratti familiari, tra cui spicca l'autoritratto, si evidenziano bene le caratteristiche della pittura del Calegari, caratterizzata da una stretta aderenza al soggetto, ben inserito anche nell'inquadratura e ben presentato nel portamento. I volti e i tratti dei soggetti sono resi con sobrietà, aderenza al vero, senza sottolineatura di difetti e di imperfezioni ma con l'intento, grazie ad effetti di luce e di colore, di evidenziare l'importanza sociale e morale che traspira anche dall'abbigliamento, dalle decorazioni ed orpelli. Per questo saper positivamente render in modo vivo il personaggio, il Calegari fu assai ricercato come ritrattista.
Accanto alla ritrattistica, la pittura di genere del Calegari asseconda la cultura del momento, nella presentazione delle scene con quel gusto "verista" d'incontro tra le varie classi sociali, il tutto circonfuso da un tono cromatico ben disteso e tranquillo, anche se a volte un poco formale e scenografico. Migliori risultano ancora i soggetti legati all'ambiente familiare e ai vivi ricordi degli intimi affetti: così nel "Reduce d'Africa" la gioia dei genitori all'arrivo del figlio è chiaramente ben stampata sui volti che ricordano sua madre e suo padre. Il "Donizetti morente " fu certamente l'opera meglio accolta dalla critica per la capacità di rendere l'atmosfera del dramma attraverso effetti di luce ben studiati e di riuscito effetto partecipativo. A differenza del condiscepolo Ponziano Loverini, il Calegari poco si dedicò, certamente per mancata committenza, alla pittura sacra. Nei due quadri di Solto Collina e Piazza Brembana, raffiguranti la "Sacra Famiglia", si ripropone ancora la sua aderenza alla costante iconografia sacra e al vero, con un piacevole impasto coloristico equilibrato e squillante.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

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