Figura femminile con bambino
Ceresa, Carlo
Descrizione
Autore: Ceresa, Carlo (1609-1679), esecutore
Cronologia: ca. 1645 - ca. 1655
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 98.5 cm x 117 cm (intero)
Descrizione: Ritratto di donna con bambino. La donna, raffigurata sulla destra, mostra un abito scuro con ampio collo quadrato e polsi bianchi. Ella posa la sua mano destra sulla spalla del bambino che, presumibilmente, potrebbe essere suo figlio. Sullo sfondo, in alto a sinistra campeggia uno stemma araldico.
La luce sottolinea i particolari fisionomici del volto: gli occhi pesti e dolenti, le amare pieghe intorno alla bocca, che appare serrata nello sforzo di non cedere alle avversità. La forte luminosità rende ancora più fosca l'immagine di questa donna, forse invecchiata anzi tempo. Le mani ferme e nodose esprimono comando e temperamento forte del personaggio; traspare una personalità ricca di sostanza e orba di affetti.
L'opera è inserita in una semplice cornice in legno modanato e dorato.
Notizie storico-critiche: Il Ceresa occupa un ruolo centrale nella ritrattistica del Seicento italiano. Nelle sue opere sono evidenti una straordinaria impronta naturalistica, grande realismo, resa dettagliata dei costumi, notevole essenzialità. I suoi esordi, la rappresentazione degli offerenti nelle pale, sono precoci e denotano una grande capacità di introspezione caratteristica di tutti i suoi ritratti; raffigura i personaggi con un taglio ravvicinato e la posizione frontale, lo sfondo ridotto all'essenziale. Per il Ceresa non è la ricchezza dell'abito a dar valore al ritratto, non basta dipingere in modo somigliante, occorre dare sentimento e far emergere il carattere della persona e questo a lui riesce meravigliosamente, aiutato dalle sue capacità di cogliere l'essenza della persona e restituircele in pittura attraverso il volto, le mani che parlano del personaggio e la luce che utilizza come forte elemento espressivo.
Il dipinto in questione è una testimonianza dell'interesse che il Ceresa portava non tanto all'apparenza esterna e agli accessori suntuari, quanto al carattere e ai sentimenti di chi posava davanti al suo cavalletto. Esso potrebbe servire da frontespizio a innumerevoli saggi di psicologia sociale oltre che individuale.
La nonna, amareggiata e austera, repressiva verso se medesima più ancora che verso il nipotino, ha i capelli tirati all'indietro e raccolti in un impietoso nodo sulla nuca, come la più sacrificata delle contadine. Il piccolo è vestito in ghingheri, ma per dovere e non per piacere. Lo si capisce dalla sua malinconia, direttamente proporzionale all'imperiosità materna. La mano della nonna sul collo del nipotino non infonde sicurezza e calore, ma pesa come un giogo. La gamma cromatica è spagnolescamente ristretta al bianco e nero, al rosso e giallo.
Sul vestito nero accollato della nonna, dal collarino bordato di pizzo, indossa un soprabito nero protetto da un golettone di lino inamidato, una moda seguita da altre donne anziane e austere del tempo. La veste del bambino, fedele al lusso del periodo, esprime l'ambizione della nonna e rispecchia la moda della gioventù del bimbo.
Probabilmente l'intenso personaggio ritratto si può identificare in Ottavia Medolago Ceresoli, con quello che sembra essere il nipotino di circa otto anni. Si è sempre pensato a questo quadro come a una copia, invece i recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce l'inconfondibile mano del Ceresa, confermata anche da complessi lavori di archivio che ha svolto Alessandra Civai, storica dell'arte.
Gli studi condotti da Alessandra Civai, autrice nel catalogo "Carlo Ceresa i ritratti della gratitudine: Restauro e studio di dipinti mai visti della quadreria dell'Ospedale di Bergamo" del saggio "Genesi di una quadreria. Arte, carità e patrimoni di famiglia: il caso del pittore Carlo Ceresa e dei suoi discendenti" e delle schede delle opere, e il restauro effettuato da Antonio Zaccaria, autore anche di un saggio sulla tecnica ceresiana, hanno confermato la paternità al maestro bergamasco Carlo Ceresa, riscontrabile nella finissima tecnica esecutiva caratterizzata da molteplici velature trasparenti, da uno stile vigoroso e sapiente nella presa diretta della realtà e dall'introspezione psicologica dei personaggi.
Collocazione
Provincia di Bergamo
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII
Credits
Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)
Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o270-00068/
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