Ritratto di Giulio Cesare Macinata

Moroni, Giovan Battista (scuola)

Ritratto di Giulio Cesare Macinata

Descrizione

Autore: Moroni, Giovan Battista (scuola) (1520-1524/ 1578)

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: ca. 1600 - ca. 1610

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 85 cm x 114 cm (intero)

Descrizione: Il soggetto è ritratto seduto con il braccio sinistro appoggiato ad un tavolo su cui si notano dei cartigli. Nella mano sinistra tiene dei guanti e nella destra impugna la spada. Aspetto dimesso e quotidiano del personaggio raffigurato.
Il dipinto è inserito in una semplice cornice lignea modanata e dorata.

Notizie storico-critiche: La tela ritrae un uomo d'arme, barbuto, di mezza età, che non risulta altrimenti noto. Va sottolineato che la scritta risulta aggiunta posteriormente, forse a ricordo di un legato all'Ospedale, e che taluni dettagli - come la forma dell'elso della spada - orientano verso una datazione anteriore al 1618: cronologia da confermare su base stilistica. La positura assisa del Macinata si ispira ad una invenzione giovanile del Moroni, il cosidetto Conte Alborghetti del Fine Arts Museum di Boston (Gregori, 1979, 65), dal quale deriva anche l'idea del tavolo in scorcio e delle lettere abbandonate: ed è in linea con il gusto moroniano anche la presentazione franca e scarna del personaggio, realistico e privo di ogni forma di magniloquenza. Dato che il dipinto non sembra una copia, e non è d'altra parte assegnabile nè al Cavagna nè ad altri seguaci noti del Moroni, esso resta al momento un unicum di grande qualità, testimonianza della vitalità ancora non ben decifrata del modello ritrattistico moroniano.
La spada presente nel dipinto era un tipo in uso nella seconda metà del XVI secolo, perfettamente funzionale alla guerra (specie per la cavalleria leggera) ed anche al duello. L'ostentazione della spada valeva a richiamare e a visualizzare l'origine del suo potere, che era militare.
Il dipinto raffigura un uomo d'arme, non un condottiero, colto in attitudine di riposo: la spada è quasi abbandonata di traverso tra le gambe, il torso robusto coperto da un giubbone di pelle che replica la forma di un corsaletto da fante.
Macinata non era certamente nè un gentiluomo nè un cavaliere, l'esercizio delle armi era per lui un mestiere, fatica e non gloria, e appunto per questo diveniva esemplare la sua collocazione tra i benefattori dell'Ospedale.
Dall'opera traspare la valenza simbolica e il senso pieno del carattere morale del personaggio ritratto.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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