Ritratto di Giuseppe Pasta scienziato protofisico

ambito bergamasco

Ritratto di Giuseppe Pasta scienziato protofisico

Descrizione

Ambito culturale: ambito bergamasco

Cronologia: ca. 1804

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 77 cm x 102 cm (intero)

Descrizione: Il Protofisico Giuseppe Pasta è ritratto con il volto a tre quarti, seduto allo scrittoio, nell'atto di scrivere su dei fogli.
Volto dallo sguardo acuto, morbidi e graduali contrasti chiaroscurali nella definizione dell'incarnato del viso. Frivola eleganza del personaggio raffigurato.
Il dipinto è inserito in una cornice ovale in legno decorata con motivi decorativi vegetali intagliati; nella parte inferiore, cartella con iscrizione.

Notizie storico-critiche: Giuseppe Pasta (Bergamo, 1742 - Ivi, 1823), protofisico bergamasco, cugino del più famoso Andrea Pasta (1706-1782), allievo di Giovanni Battista Morgagni. Giuseppe Pasta fu precursore degli studi psicologici in medicina. Donò la sua biblioteca all'ospedale di Bergamo nel 1804 (data riportata sulla cornice del dipinto).
Seguendo le orme del cugino Andrea Pasta, studiò a Padova laureandosi in medicina. Ritornato a Bergamo, esercitò l'arte medica nell'ospedale di San Marco, dove fu nominato protofisico. Lasciò una notevole messe di pubblicazioni scientifiche, soprattutto a carattere divulgativo; oltre ad un'opera latina in difesa delle teorie del cugino Andrea sulla circolazione del sangue (1786), si ricordano "La tolleranza filosofica nelle malattie" (1787), "Il Galateo dei Medici" (1791), "Del coraggio nelle malattie" (1792), quest'ultima per i tipi del Bodoni. Pubblicò due libri sui consulti medici di Andrea Pasta e di Antonio Cocchi. Nel 1804, donando la sua cospicua biblioteca medica all'Ospedale Maggiore di Bergamo, pronunziò un forte discorso in elogio di Linneo auspicando la costituzione di un orto botanico. Compì studi sulle proprietà terapeutiche delle acque termali di Trescore, di San Pellegrino e di Sant'Omobono. Ricusò la pensione dell'amministrazione ospitaliera devolvendola a favore degl'indigenti, che visitò spesso gratuitamente. Accademico dell'Ateneo di Bergamo, coltivò assiduamente la poesia occasionale e compose il poemetto "La musica medica" (1821), dedicato alle qualità terapeutiche della musica.
L'opera in base all'analisi stilistica si colloca nell'ambito pittorico bergamasco dell'inizio del XIX secolo.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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