Ritratto di Giovanni Berlandi cavaliere
Bosis, Giacomo
Descrizione
Autore: Bosis, Giacomo (1861-1945), esecutore
Cronologia: 1911
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 93 cm x 135.5 cm (intero)
Descrizione: Ritratto di Berlandi Giovanni di tre quarti, seduto su una poltrona, con il giornale tra le mani. Il volto è caratterizzato dalla presenza di barba e baffi bianchi. La luce proviene da destra; contrasti tra luci e ombre, predominano tonalità calde di colore. Realismo nella resa dei tratti fisionomici del volto; vigore nella ricerca della penetrazione psicologica del personaggio ritratto.
L'opera è inserita in una cornice in legno intagliato e dorato; nella parte inferiore, cartiglio con iscrizione.
Notizie storico-critiche: Giacomo Bosis (Alzano Maggiore, 1861 - Bergamo, 1945).
Allievo dapprima dello Scuri e poi del Tallone alla scuola di pittura dell'Accademia Carrara, ottenne premi ed elogi. Nel 1893 compì un viaggio d'istruzione soggiornando a Bologna, a Firenze e a Roma. Si mise ben presto in luce per la sua abilità nel dipingere ritratti. Partecipò alle esposizioni annuali dell'Accademia Carrara e alle mostre collettive del Circolo Artistico "Palma il Vecchio"; fu presente inoltre nel 1897 all'Esposizione Donizettiana di Milano e nel 1898 all'Esposizione Nazionale d'Arte Sacra di Torino. Nel 1930 fece parte della commissione esaminatrice che assegnò a Contardo Barbieri la direzione della scuola della Carrara. Nel 1934 allestì una significativa mostra personale alla Permanente di Bergamo. Pittore di netta intonazione verista ma non insensibile alle innovazioni novecentiste, ebbe alcuni allievi nel suo studio e fu molto richiesto nella ritrattistica per la sua capacità d'indagine psicologica e la sua fedeltà al vero (si ricorda in particolare, un autoritratto e il ritratto del dottor Giuseppe Bonandrini con le insegne di "duca di Piazza Pontida"); seppe distinguersi tuttavia anche nelle figure, nelle scene di genere e nell'arte sacra. Dipinse affreschi nella parrocchiale di Arcene e una grande tela per la chiesa dello Spasimo a Bergamo Bassa.
Nell'opera in questione, il Bosis non si limitò alla rappresentazione fine a se stessa : l'efficacia della sua opera sta proprio nella capacità di andare oltre le caratteristiche somatiche per cogliere lo spirito, l'umore, l'umanità della persona effigiata.
Padrone di una tecnica da 'virtuoso', abilissimo conoscitore dei colori, amante delle tinte calde, dei contrasti cromatici efficaci, riproduttore elaboratissimo, le sue tele sono modelli di finitezza analitica, di sobria struttura e scrupolosa indagine.
Collocazione
Provincia di Bergamo
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII
Credits
Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)
Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o270-00117/
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