Ritratto di musicista

ambito lombardo

Ritratto di musicista

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: ca. 1800 - ca. 1899

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 49 cm x 63.4 cm (intero)

Descrizione: L'uomo anziano, con barba e capelli canuti, indossa abiti da popolano e un berretto. E' raffigurato nell'atto di suonare un cordofono.
I cordofoni (comunemente detti "strumenti a corda") sono strumenti musicali che producono il suono attraverso le vibrazioni prodotte dalle corde di cui sono dotati. La musica, non più relegata al ruolo di "accompagnamento", diventa atto sociale, non solo frivolo passatempo ma valore unificante ogni ceto, nella sua pratica possibile ad ogni uomo.
Fondo scuro sul quale si staglia la composizione raffigurata; la linea, fortemente marcata, delinea i contorni dei vari elementi del dipinto. Predominano tonalità accese di colore ravvivate dalla luce che crea contrasti chiaroscurali: modulazione della gamma cromatica ottenendo una luminosità dai toni smaltati.
L'opera è inserita in una semplice cornice in legno modanato e dorato.

Notizie storico-critiche: L'opera in esame è una copia da un originale di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini.
Cipper (Cipri, Zipper), Giacomo Francesco, detto il Todeschini. Le diverse varianti della firma di questo pittore, nato molto probabilmente nell'ottavo decennio del sec. XVII e documentato dal 1705 al 1736, nonché la qualifica di "tedesco" aggiunta al suo nome, fanno ritenere che egli abbia lavorato parecchio tempo in Italia come straniero.
In base ad argomentazioni stilistiche e alla tradizione orale relativa ad alcuni quadri, presenti come del "Todeschini" in collezioni di Bergamo e di Brescia (Geiger, 1916), si considera come ambito della sua attività la Lombardia, benché né nelle fonti scritte relative a questi luoghi né in opere di carattere biografico sia stato finora trovato il suo nome. Ma questo fatto si può spiegare con la scarsa considerazione in cui, da parte degli studiosi orientati per lo più in senso accademico, erano in genere tenuti i pittori dell'"arte inferiore" alla quale il Cipper esclusivamente si limitò. I numerosi suoi quadri conservati, dei quali esistono anche repliche dovute in parte a suoi deboli imitatori, testimoniano il favore da lui goduto presso i committenti.
Il fatto che un gran numero di quadri del Cipper, alcuni dei quali importanti, si trovino in Austria, in Ungheria e nell'Unione Sovietica ha indotto alcuni studiosi a supporre che il pittore abbia operato per qualche tempo nel territorio della "monarchia danubiana"; ma non è stato possibile, finora, poter collocare cronologicamente nell'arco della sua carriera questa ipotesi. Con questa peraltro sarebbe da porre in rapporto la supposta derivazione del nome Zipper dal territorio di Zips (in ungherese Szepes, Cecoslovacchia), colonizzato dai tedeschi. Addirittura Pigler suppone che il Cipper possa essere figlio del pittore Jakob Ziper, morto a Vienna nel 1701 all'età di cinquantaquattro anni.
La prima notizia scritta che fino ad oggi si conosca sul Cipper è data da una nota anonima uscita sulla Gazette des BeauxArts nel 1859 che descrive quattro scene di genere di grande formato, firmate "Giacomo Francesco Cipper, tedesco", esistenti presso il mercante d'arte T. Walesby a Londra e provenienti dalla collezione di Stowe House. Di questi quadri, dati finora per dispersi, due sono da identificare con i dipinti firmati venduti all'asta da Sotheby a Londra il 24 febbr. 1971 con i titoli Scene di mercato e Lezione di musica (nn. 133 s. del catal. con ill.). Già nel 1859 essi venivano messi in relazione con quattro tele nelle collezioni reali inglesi a Hampton Court: tre scene di contadini e Il pittore nel suo studio descritti poi da Law nel 1898 come tutti firmati "Gia.mo Francesco Cipper, 1736".
Spetta a Geiger (1916) il merito di aver messo in relazione questi Cipper con la tradizione orale, esistente a Brescia e a Bergamo, del nome "Todeschini" per un gruppo stilisticamente molto coerente di quadri vicini a Fra' Vittore Ghislandi e Antonio Cifrondi: egli diede così l'avvio agli studi e all'ampliamento dell'opera del Cipper che da allora sono andati sempre intensificandosi, anche se alcune delle sue attribuzioni non sono oggi più accettabili. Ciò vale anche per i contributi di A. L. Mayer (1918 e 1928), il quale vede nel Cipper affinità soprattutto con gli spagnoli attorno al 1620, cioè il primo Velázquez, Murillo e Francisco Herrera il Vecchio.
Porcella riconosceva affinità con Ceruti e Amorosi nelle opere di Cipper; solo nel 1938 con Longhi ha preso solida consistenza la tesi dell'influsso di Eberhard Keil detto Monsù Bernardo nella caratterizzazione dell'arte del Cipper.
L'opera del Cipper è contrassegnata, lungo tutto l'arco di tempo della sua produzione, da una ripetizione di temi e di tipi singoli come anche di interi raggruppamenti di figure. Queste continue ripetizioni sono una caratteristica del pittore, ed è naturale che esse consentano il facile gioco degli imitatori. (segue in AN).

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

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