Ritratto del conte Giacomo Bettami de Basini

Ghislandi, Vittore (attribuito)

Ritratto del conte Giacomo Bettami de Basini

Descrizione

Autore: Ghislandi, Vittore (attribuito) (1665-1743)

Ambito culturale: ambito bergamasco

Cronologia: 1742

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 110 cm x 146 cm

Descrizione: Il gentiluomo ritratto a mezza figura, in piedi, di tre quarti, porta una parrucca grigia con capelli lunghi e ricci; tiene la mano destra sul fianco e la sinistra appoggiata alla base di una colonna. Il soggetto indossa una giacca da camera color sabbia dalla quale spunta la camicia bianca. Originariamente il ritratto era corredato da una cornice ovale.
Resa del carattere individuale del personaggio, penetrazione psicologica al di là della presentazione esteriore.
Libertà di stesura del colore; la luce crea contrasti chiaroscurali che evidenziano ancor più i tratti fisionomici del volto e la resa della consistenza materica dei tessuti.
Il dipinto è inserito in una semplice cornice in legno modanato con profilature dorate.

Notizie storico-critiche: Il dipinto nel 1926 fu depositato presso l'Accademia Carrara a Bergamo (n. 1146/D.65). L'attribuzione tradizionale al Ghislandi non persuade sul piano della qualità pittorica; il ritratto sembra un'opera uscita dalla bottega ghislandiana.
Sempre presso l'Accademia Carrara è presente un secondo ritratto del conte Bettami in età più avanzata (n. 28/231); il dipinto (olio su tela) proviene dal legato Giacomo Carrara (1796). E' ricordato dal Tassi (II, p. 66) fra "altri undici singolari pezzi che veggonsi di Fra Vittore nella scelta galleria di casa Bettame"; con ogni probabilità si tratta della casa di Antonio Bettami, poichè Giacomo era morto nel 1742.
Alla quadreria di Giacomo si riferisce invece l'abate Giambattista Angelini (1690-1767) in due terzine inedite di "Bergamo descritto" in terza rima del 1720 circa: "Porta il Conte Bettami un simil vanto/ Per molti acquisti di pitture fatti,/ e sono all'occhio ammirator d'incanto./ Tien di Vittor Ghislandi più ritratti/ Del Moron, del Salmegia, e della mano/ Di Vandich ne tien due vivi, ed intatti".
Nei ritratti del Galgario è ben visibile una straordinaria immediatezza che presuppone non solo una loro realizzazione in presa diretta, sul vero e quasi in assenza di posa, ma anche l'esistenza di un rapporto tra artista e committente che non era di sudditanza ma di colloquio paritetico, diciamo tra uomo e uomo.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013)

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