Via crucis
Descrizione
Cronologia: post 1955 - ante 1984
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: pietra / scultura
Misure: 40 cm x 7 cm x 55 cm (ciascuna stazione)
Descrizione: Le quattordici stazioni della Via Crucis sono collocate nella chiesa ad aula unica, lungo il muro sinistro, a partire dall'altare fino alla porta d'ingresso, per poi risalire verso l'altare lungo la parete destra. Le stazioni riprendono i temi tradizionali raffigurando: Gesù davanti a Pilato viene condannato a morte; Gesù caricato della croce; Gesù cade la prima volta; Gesù incontra sua Madre; Gesù è aiutato da Simone di Cirene; Santa Veronica asciuga il volto di Gesù; Gesù cade per la seconda volta; Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme: Gesù cade per la terza volta; Gesù è spogliato dalle vesti; Crocifissione; morte di Gesù in croce; Deposizione; il corpo di Gesù è posto nel Sepolcro. Tutte le stazioni sono bassorilievi ricavati su una superficie rettangolare di pietra chiara, sovrastata da una piccola croce lignea. Poco spazio è dato ai dettagli di sfondo e ambientazione (ad eccezione di due scene con case stilizzate sullo sfondo) e l'interesse cade solo sui personaggi che riempiono tutto lo spazio. La resa dei corpi e della narrazione presenta efficace sintesi e stilizzazione.
Notizie storico-critiche: La Via Crucis è posta all'interno della Chiesa dell'ex Centro di rieducazione per motulesi da infortunio sul lavoro di Legnano. Originariamente l'area era dedicata alla Colonia elioterapica "Gondar", progettata dallo studio BBPR (Gian Luigi Banfi, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Natan Rogers) dal 1937 al 1938. ll luogo fu scelto per essere riconvertito in un Centro motulesi da infortunio sul lavoro a partire dal 1952 (anno della concessione dell'uso dell'area per tale scopo da parte del Commissariato Nazionale della Gioventù all'Ospedale di Legnano e della "Relazione sanitaria" del professor Gherardo Gerundini). Nel 1953 iniziarono i lavori di ristrutturazione affidati all'architetto Luigi Brusa: il centro fu edificato sulla base del vecchio edificio in parte ristrutturato, in parte demolito. Nel 1955 iniziò l'attività del Centro che rimase in funzione fino al 1984. Attigua alla struttura fu costruita successivamente (1959) la Chiesa, su progetto dell'architetto Elido Provasi, inaugurata il 4 luglio 1961 dal cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano con altare dedicato a San Giuseppe lavoratore.
Oggi alcune parti del complesso sono divenute sede di un Centro Psico Sociale, mentre altre sono in stato di totale abbandono, come la Chiesa.
La Via Crucis risale sicuramente al periodo della creazione del Centro motulesi da infortunio sul lavoro e presenta diverse analogie in particolare con la Pala d'altare e con il bassorilievo posto all'esterno dell'attuale Centro Psico Sociale, tale da far ipotizzare le opere come realizzate dallo stesso artista. Condivide inoltre motivi stilistici e iconografici anche con altre decorazioni della Chiesa e dell'attuale centro Psico Sociale.
L'artista, reinterpretando e semplificando la lezione accademica ottocentesca della cultura del bassorilievo che trova in Adolfo Wildt uno dei suoi massimi maestri, volutamente rifiuta la tecnica dello stiacciato a favore di una ricerca espressiva che si colloca a metà strada tra i bassorilievi all'egizia, nei quali il senso del rilievo è determinato dal contorno marcato e profondo che finisce quasi "a spigolo" verso il fondo, e il sottoquadro, che consiste nello scavare il contorno della figura non solo "a squadra", ma anche dietro i contorni della figura. Egli, dunque, ricerca semplici ma evidenti effetti chiaroscurali accresciuti dalle ombre dei soggetti scolpiti con un lieve sottoquadro che sembrano, tuttavia, smorzati anche dal linguaggio lirico-figurativo proprio di questi bassorilievi, costruiti come una sequenza autonoma di figure e non come una articolata visione scenico-prospettica. L'artista sembra debitore anche della lezione della grafica figurativa della metà del XX secolo, che pare come elemento ideale per l'esaltazione quasi ieratica del lavoro e per la valorizzazione quasi metafisica del lavoratore.
Nella composizione narrativa dei singoli quadri della Via Crucis l'artista sembra influenzato dalla grafica religiosa della scuola milanese del Beato Angelico. Gli spazi vengono, inoltre, completamente riempiti dai personaggi che, tuttavia, non risultano sovrabbondanti, o da elementi allusivi alla città di Gerusalemme, ancora una volta reinterpretata con gusto grafico, quasi metafisico. Solo alcune scene sono popolate da un numero maggiore di persone, la cui presenza, unita ad una maggiore ricerca di movimento dei personaggi raffigurati, contribuisce ad aumentare il coinvolgimento psicologico ed emotivo dell'osservatore. Tale conscio stratagemma narrativo è infatti impiegato dall'artista solo in specifici quadri della Via Crucis, quali ad esempio le cadute di Gesù sotto il peso della Croce, nei quali maggiore risulta anche l'espressività anatomica e palesemente si contrappone la serafica accettazione del dolore di Gesù alla frenesia dei soldati romani.
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Ovest Milanese
Credits
Compilazione: Torelli, Ilaria (2012)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o340-00038/
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