Pala d'altare
Descrizione
Cronologia: - ante 1961seconda metà sec. XX
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: pietra / scultura; travertino
Misure: 320 cm x 14 cm x 185 cm (bassorilievo senza struttura); 320 cm x 25 cm x 286 cm (altare con struttura); 76 cm x 6 cm x 80 cm (singola formella altare)
Descrizione: Pala d'altare in pietra lavorata a bassorilievo con la Storia di Giuseppe. Sette formelle, sei della stessa dimensione e una con misure doppie rispetto alle altre, rappresentano da sinistra a destra e dal basso all'alto; Giuseppe riceve da un sacerdote un bastone che inizia a germogliare indicandolo come il prescelto a ottenere in sposa Maria; Giuseppe, col ramo germogliato, e Maria seduti vicini si stringono le mani; Giuseppe con il martello tra le mani al tavolo da falegname, sovrastato da una ruota raggiata; Giuseppe riceve l'angelo che lo informa delle origini divine del Figlio atteso da Maria; Natività; Fuga in Egitto (formella di dimensioni doppie); Giuseppe muore tra le braccia di Gesù e alla presenza di Maria. Poco spazio è dato ai dettagli di fondo e all'ambientazione e l'interesse cade solo sui personaggi che riempiono, con le loro figure possenti e dalle posture sintetiche, bloccate e ieratiche, tutto lo spazio delle formelle. Posto centrale ha la ruota raggiata sul tavolo da falegname, che sottolinea il tema di Giuseppe lavoratore, coerentemente con la funzione della Chiesa per motulesi del lavoro. La pala è retta da un'armatura di travertino che la collega alla pedana e agli altri elementi del "complesso altaristico" e ha sul retro iscrizione con dedica al donatore.
Notizie storico-critiche: La Pala d'altare è posta all'interno della Chiesa dell'ex Centro di rieducazione per motulesi da infortunio sul lavoro di Legnano.
Originariamente l'area era dedicata alla Colonia elioterapica "Gondar", progettata dallo studio BBPR (Gian Luigi Banfi, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Natan Rogers) dal 1937 al 1938. ll luogo fu scelto per essere riconvertito in un Centro motulesi da infortunio sul lavoro a partire dal 1952 (anno della concessione dell'uso dell'area per tale scopo da parte del Commissariato Nazionale della Gioventù all'Ospedale di Legnano e della "Relazione sanitaria" del professor Gherardo Gerundini). Nel 1953 iniziarono i lavori di ristrutturazione affidati all'architetto Luigi Brusa: il centro fu edificato sulla base del vecchio edificio in parte ristrutturato, in parte demolito. Nel 1955 iniziò l'attività del Centro che rimase in funzione fino al 1984. Attigua alla struttura fu costruita successivamente (1959) la Chiesa, su progetto dell'architetto Elido Provasi, inaugurata il 4 luglio 1961 dal cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano con altare dedicato a San Giuseppe lavoratore. Oggi alcune parti del complesso sono divenute sede di un Centro Psico Sociale, mentre altre sono in stato di totale abbandono, come la Chiesa.
La Pala d'altare risale al periodo della creazione del Centro motulesi da infortunio sul lavoro e presenta diverse analogie per la tematica legata al mondo del lavoro, lo stile e alcuni elementi iconografici (come la ruota raggiata) con la via Crucis all'interno della Chiesa e con il bassorilievo posto all'esterno dell'attuale Centro Psico Sociale, tale da far ipotizzare le opere come realizzate dallo stesso artista. La pala d'altare condivide inoltre motivi stilistici e iconografici anche con altre decorazioni della Chiesa e dell'attuale centro Psico Sociale e fa parte di un complesso unico comprendente uno dei due altari, la balaustra e la gradinata d'altare.
L'artista, reinterpretando e semplificando la lezione accademica ottocentesca della cultura del bassorilievo che trova in Adolfo Wildt uno dei suoi massimi maestri, volutamente rifiuta la tecnica dello stiacciato a favore di una ricerca espressiva che si colloca a metà strada tra i bassorilievi all'egizia, nei quali il senso del rilievo è determinato dal contorno marcato e profondo che finisce quasi "a spigolo" verso il fondo, e il sottoquadro, che consiste nello scavare il contorno della figura non solo "a squadra", ma anche dietro i contorni della figura. Egli, dunque, ricerca semplici ma evidenti effetti chiaroscurali accresciuti dalle ombre dei soggetti scolpiti con un lieve sottoquadro che sembrano, tuttavia, smorzati anche dal linguaggio lirico-figurativo proprio di questi bassorilievi, costruiti come una sequenza autonoma di figure e non come una articolata visione scenico-prospettica. L'artista sembra debitore anche della lezione della grafica figurativa della metà del XX secolo, che pare come elemento ideale per l'esaltazione quasi ieratica del lavoro e per la valorizzazione quasi metafisica del lavoratore.
L'altare, edificato da più "formelle" assemblate, sembra ispirarsi alla cultura e alla scultura romanica di ambito lombardo, franco-piemontese ed emiliana, i cui riferimenti iconografici sembrano, talvolta, disarmanti. I modelli figurativi, sebbene reinterpretati ed assemblati in maniera innovativa, risultano debitori alla scultura romanica e alla miniatura medievale, talvolta reinterpretata dalle stampe popolari della grafica religiosa degli anni '30 e degli anni '50-'60.
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Ovest Milanese
Credits
Compilazione: Torelli, Ilaria (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o340-00039/
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