Crocifissione di Cristo

Silva, Agostino (attribuito)

‹ precedente | 4 di 1 | successivo ›

Crocifissione di Cristo

Descrizione

Autore: Silva, Agostino (attribuito) (1628-1706), Scultore

Cronologia: terzo quarto sec. XVII

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: terracotta/ pittura

Descrizione: Quarantacinque statue in terracotta dipinte a freddo, plasmate a grandezza naturale animano la decima cappella del Sacro Monte di Ossuccio. Le trentacinque figure, i cinque angeli, i quattro cavalli e un cane sono eseguiti da Agostino Silva e dalla sua bottega. Le sculture dialogano armoniosamente con gli affreschi che decorano le pareti e la volta, dipinti da Carlo Gaffuri e Gian Paolo Recchi entro il 1669. Punto cardine della scena è l'altissima croce su cui è crocifisso Gesù, attorniato da angeli in volo, mentre ai suoi piedi le pie donne e Maria sono straziate dal dolore. Le croci dei ladroni sono poste simmetricamente ai lati di Cristo. I corpi crocifissi sono finemente plasmati e denotano l'abilità tecnica di Agostino Silva. Sulle pendici del Golgota si affolla una moltitudine vociante di persone, diversa per estrazione sociale: carnefici, nobili spettatori, gente del popolo e il ladrone semi sdraiato che deve essere ancora issato sulla croce a cui è appoggiata una lunga scala.

Notizie storico-critiche: La decima cappella, dedicata al quinto mistero doloroso del Rosario (la Crocefissione), è certamente una delle opere più complesse ed articolate dell'intero Sacro Monte. Anche questa cappella, come la nona e la dodicesima furono realizzate grazie all'intervento del mecenate Andrea Cetti di Lenno, zecchiere dell'imperatore Leopoldo di Germania, che in questo modo fece inserire sopra la finestra centrale il proprio stemma nobiliare. Caratterizzato dal cimiero piumato sommitale, un'aquila nella parte superiore dello scudo e un leone rampante con un'accetta nel registro inferiore, esso fu scolpito da Giovanni Battista Bianchi, che lo concluse intorno al 1665. La cappella, invece, fu probabilmente terminata nel 1669, sebbene numerosi pagamenti si registrino qualche anno prima e, più precisamente, tra il 1663 e il 1666. Il 1669 costituisce, con molta probabilità, anche la data di conclusione dei lavori pittorici eseguiti da Carlo Gaffuri e Gian Paolo Recchi all'interno della cappella.
Differenti per interpretazione dei temi evangelici, la cappella della Crocefissione, costituisce quasi un unicum nell'ambito del Sacro Monte nel quale gli artisti dimostrano di saper cogliere e articolare il racconto inserendo un numero cospicuo dei statue (43 sculture) e di ricercare anche riferimenti storicistici. Tra questi la scritta SPQR (= Senatus, Popolisque Romanus) che rimanda certamente al periodo romano e al momento in cui si svolsero i fatti narrati dai scenografici gruppi statuari del Sacro Monte.
Dopo anni di difficoltà in questi ultimi due decenni, anche per questa cappella, ha avuto inizio un progetto di valorizzazione culturale del Sacro Monte, di cui l'inserimento nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO, avvenuto nel 2003, costituisce tappa fondamentale. All'interno dell'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale "Magistri Comacini", sottoscritto da Provincia di Como (soggetto capofila), Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e numerosi altri partner che operano sul territorio, è stato redatto uno studio sul piano di gestione del complesso del Sacro Monte e alla definizione degli interventi prioritari. Tra questi sono segnalati quelli necessari al pieno recupero e restauro della quattordicesima cappella, sulla quale si spera di poter operare nei prossimi anni.

Collocazione

Ossuccio (CO), Sacro Monte di Ossuccio - complesso

Credits

Compilazione: Bolandrini, Beatrice (2015); Zanzottera, Ferdinando (2015)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

‹ precedente | 4 di 1 | successivo ›

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).