Sacra Famiglia con sant'Anna e angeli

ambito tedesco

Sacra Famiglia con sant'Anna e angeli

Descrizione

Ambito culturale: ambito tedesco

Cronologia: post 1600 - 1649

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 36 cm x 45 cm

Descrizione: Al centro del quadro la Madonna tiene Gesù Bambino sulle sue ginocchia; in primo piano a sinistra, di spalle, si trova sant'Anna che conversa con il Bambino; alle spalle di Maria, da sinistra a destra, si vedono san Giuseppe, un angelo e l'arcangelo Gabriele che porge un giglio bianco alla Madonna; in primo piano a destra, un inserto di natura morta costituito da un piatto ricolmo di frutta appoggiato su un tavolo.

Notizie storico-critiche: La piccola tela è stata identificata da Fusari (2002, p. 53) con la "bellissima Sacra famiglia d'uno scolaro del Hostaek" di cui parla Alessio Antonio Rota dicendola nella sua casa, insieme al San Giacomo maggiore che egli attribuiva a Caravaggio. Vedendola già censita nell'Inventario del 1878 Maggi (2003-2004, p. 118) ha ritenuto non potesse provenire dal lascito Rota e si è impegnato in un funambolico quanto farraginoso ragionamento per riconoscere nella tela di cui parla il Rota il Riposo durante la fuga in Egitto (inv. n. D00014), effettivamente entrato nelle collezioni della Pinacoteca Repossi per lascito di Marianna Rota nel 1926. Tuttavia la famiglia Rota, tramite i suoi rappresentanti, lasciò a più riprese opere alla pinacoteca clarense e giova ricordare anche che lo stesso Giovan Battista Rota, poi vescovo di Lodi, fu per un certo periodo bibliotecario della Morcelliana e non si può escludere che proprio lui lasciasse questa teletta alla pinacoteca (in generale in LA e in TU si è segnato come ingresso in Pinacoteca il riferimento cronologico "1878 ante" perchè la tela in questione compare per la prima volta nell'Inventario della Pinacoteca del 1878). D'altro canto, per quanto non espresso da Alessio Antonio, il nome Hostaek (che dovrebbe storpiare quello corretto di Aachen) si riferisce a un artista di ambito nordico, e non certo a un pittore tutto sommato ascrivibile all'ambito centro italiano com'è il caso del citato Riposo durante la fuga in Egitto. Tanto più che ora, tolti i dubbi sulla derivazione veramente nordica del dipinto, non è più necessario nemmeno ascriverlo alla maniera di Lelio Orsi per farlo rientrare a qualche titolo nell'ambito della scuola italiana. Il dipinto originale (per il quale si rimanda a Jacoby J. 2000, pp. 115-116 n. 23) è oggi perduto; fu realizzato da Hans (o Jan) van Aachen, artista attivo alla corte praghese di Rodolfo II ed è noto solo attraverso un'incisione di Aegidius Sadeler II (The Illustrated Bartsch, vol. 72, parte I - supplemento, New York 1997, pp. 132-134, n. 082) che dovette determinarne la grande fortuna e l'ampia circolazione di copie tra le quali una (assai variata), attribuita a Simone Cantarini conservata all'Accademia Carrara di Bergamo (inv. 578). Per questa composizione van Haachen, che - secondo suo solito - realizza strutture costruite sulla diagonale, con figure allungate e preziose, pare ispirarsi al Riposo durante la fuga in Egitto di Veronese e ai preziosismi alambiccati e funambolici di Parmigianino. Quest'ultimo elemento, d'altro canto, motiva l'ascrizione al Parmigianino della tela della Pinacoteca Repossi fin già dalla fine dell'Ottocento.

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Fusari, Giuseppe (2006); Scorsetti, Monica (2006)

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