Beato Bernardo Tolomei
Savanni Francesco (attr.)
Descrizione
Autore: Savanni Francesco (attr.) (1723/ 1772)
Cronologia: post 1760
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tela
Misure: 119.4 cm x 154.7 cm
Descrizione: In primo piano al centro si vede il beato Bernardo Tolomei in ginocchio e rivolto verso sinistra in atteggiamento di preghiera e di adorazione verso il crocifisso che si trova di fronte a lui; sotto i suoi gomiti vi è un grande libro aperto; in profondità, nel paesaggio, due monaci passeggiano indossando un saio uguale a quello del Beato.
Notizie storico-critiche: Il dipinto pervenne alla Pinacoteca Repossi grazie al lascito di Antonio Rota risalente ad una data non precisata. Infatti presso la Biblioteca Morcelli (Fondo Ginnasio, b. 1 Inventari) si conserva un biglietto da visita di Giovanni Battista Rota al verso del quale si trova una nota manoscritta di Antonio Rota con la quale egli esprime la volontà di donare alla pinacoteca clarense i seguenti tre quadri: "S. Anna del Salmeggia; S. Lucia del Paglia; B. Bernardo de' Tolomei di Daniele Crespi". Nella medesima nota Antonio Rota indica anche che, in caso di vendita, l'importo di tale operazione dovesse essere devoluto alla Congregazione di Carità. Al momento della donazione pertanto quest'opera era attribuita a Daniele Crespi; pur non accettando tale attribuzione, anche Terraroli confermava l'ambito di provenienza e il limite cornologico, facendo discendere i forti tagli di luce e l'atteggiamento fortemente retorico della figura del santo dal magistero di Giovan Battista Crespi detto il Cerano e dalla maniera fortemente luministica e patetica di Francesco Cairo. In questa sede non paiono però accettabili le conclusioni dello studioso preferendo collocare il dipinto in un ambito temporale e spaziale assai diverso. Forti tangenze stilistiche, oltre che tipologiche portano ad attribuire l'opera al bresciano Francesco Savanni che nel 1760 dipingeva una grande tela per la soppressa chiesa bresciana di Santa Francesca Romana (oggi in collezione privata bresciana) raffigurante san Benedetto che comanda a san Placido di estrarre san Mauro dalle acque che per le stesse accensioni cromatiche, i tagli di luce e la liquida materia pittorica che disegna i fantasmatici personaggi in saio bianco, mostra tangenze fortissime con l'opera clarense, allo stesso modo giocata sul grande contrasto tra la figura del beato Tolomei, quasi ridotto a una esuberante massa di panni bianchi, e il resto della composizione immerso in una umbratile atmosfera notturna dove i baluginii delle luci fattesi filamentose si intaglientiscono sugli oggetti alla stessa maniera di quanto sperimentato dall'artista nella tela bresciana e in altre opere compiute durante la sua non sempre fortunata carriera.
Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Collocazione
Chiari (BS), Pinacoteca Repossi
Credits
Compilazione: Fusari, Giuseppe (2006); Scorsetti, Monica (2006)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3y010-00019/
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