San Francesco rinuncia alle ricchezze (con veste blu)
ambito italiano
Descrizione
Ambito culturale: ambito italiano
Cronologia: post 1800 - 1849
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tempera su tela
Misure: 64 cm x 40.5 cm
Descrizione: In un interno dominato da grandi finestre ad arco trilobato, san Francesco è inginocchiato davanti ad un vescovo coperto solo da un lenzuolo, dopo aver rinunciato ad un ricco vestito che un uomo alle sue spalle tiene in mano. Il vescovo gli offre una veste o un mantello di colore blu. Nella sala vi sono alcune persone laiche e due monaci.
Notizie storico-critiche: Nella Distinta dove, nel 1854, si elencavano i beni artistici lasciati dal defunto avvocato Pietro Bartolomeo Repossi, il dipinto è descritto come "Fatto storico di un Vescovo con cornice intarsiata con emblemi vescovili e di religione, due copie simili" ed è, insieme al suo pendant (D000112) segnato al n. 1. Negli inventari successivi il tema è meglio precisato, riconoscendo in esso l'episodio della rinuncia alle ricchezze da parte di san Francesco d'Assisi. La qualità abbastanza mediocre della tela aveva spinto i conservatori della biblioteca a sovrapporvi due stampe del Mantegna. La giustificazione, già nell'inventario del 1902, è che la tela e il suo pendant erano orribili, giudizio ribadito anche negli inventari successivi. Di fatto l'elemento più pregevole è la cornice intarsiata sulla quale è ripetuto come motivo ricorrente uno stemma vescovile e, al centro in alto è riprodotto lo stemma dei francescani. Questo motiverebbe anche la scena descritta dal dipinto, ovvero la rinuncia agli averi da parte di san Francesco. L'episodio è immaginato in un palazzo solenne, rischiarato da una grande bifora di sapore eclettico. Il santo è inginocchiato davanti al vescovo che cerca di ricoprirlo con un panno blu mentre il padre si volge dalla parte opposta nostrando agli astanti un panno prezioso. L'esatta rispondenza tra questo dipinto e il suo pendant che differisce solo per piccolissimi particolari e per il colore blu del panno tenuto tra le mani dal vescovo, ha fatto pensare che si trattase di due bozzetti realizzati da un ignoto artista di non eccelse capacità. Maggi (2003-2004, p. 113) ha ipotizzato che potessero essere ascritte alla mano dello stesso Repossi che si dilettava di pittura, sebbene non si sappia con quali risultati. In tal senso la proposta rimane un'ipotesi in attesa di verifica se mai sarà possibile identificare qualche dipinto certo dell'avvocato benefattore.
Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Collocazione
Chiari (BS), Pinacoteca Repossi
Credits
Compilazione: Fusari, Giuseppe (2006); Scorsetti, Monica (2006)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3y010-00105/
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