Dormizione della Vergine

scuola russa settentrionale

Dormizione della Vergine

Descrizione

Ambito culturale: scuola russa settentrionale

Cronologia: post 1775 - ante 1799

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola

Misure: 58 cm x 3.1 cm x 72 cm

Descrizione: Maria, avvolta nel maphorion, giace su un letto funebre; le sta vicino Pietro; Paolo sta dalla parte opposta, inchinato ai suoi il giovane Giovanni, gli altri apostoli e Luca l'evangelista non nascondono la loro afflizione. Davanti al letto in basso, è "scritto" il miracolo del non credente Jefonia che, cercando di abbattere il sacro catafalco, ebbe le mani mozzate dall'Arcangelo Gabriele. Cristo sembra sorgere dal grembo della Madre. Avvolto in vesti rosso e blu, sta eretto in una mandorla di luce, sorretta da due angeli; con la mano destra protesa benedice la Madre; con la sinistra regge in braccio l'anima di sua Madre. Il Salvatore è accompagnato dalle schiere celesti - angeli e beati-. Al di sopra della mandorla con il Cristo, in un'altra mandorla luminosa si ergono Maria e il Figlio, ormai insieme nella gloria eterna, descritta nel culmine dell'icona ove Maria è raffiguarata, fra i cori celestiali, glorificata fra il Figlio e il Padre.

Notizie storico-critiche: L'uso del termine "dormizione" (in latino dormitio) deriva dalla dottrina, sostenuta da gran parte dei teologi, che Maria non sarebbe veramente morta, ma sarebbe soltanto caduta in un sonno profondo, e, quindi, sarebbe stata assunta in cielo. L'icona che raffigura la Dormizione è basata sulla letteratura apocrifa, le omelie ed i discorsi dei Padri della Chiesa e viene introdotta in ambito bizantino nel IX-X secolo e successivamente nel mondo ortodosso. Secondo gli apocrifi Maria fu avvertita della prossima morte dall'Arcangelo Gabriele. Espresse allora il desiderio di rivedere gli apostoli sparsi nel mondo e questi furono tutti trasportati miracolosamente presso di Lei. La tipologia iconografia della Dormizione lungo i secoli rimane fedele al medesimo schema, basato su un doppio dinamismo: quello convergente dai lati verso il centro, e quello ascendente che parte dal corpo di Maria e sale verso la grande figura del Risorto; nella parte bassa dell'immagine sta il letto su cui è distesa Maria - attorno a lei si stringono gli apostoli; più in alto il Salvatore con in braccio una piccola figura femminile, avvolta in lini candidi: è Maria "figlia di suo figlio"- infine, la gloria del paradiso e dei cori angelici avvolge Maria In Gloria fra il Figlio e il Padre. La nostra icona , opera della Scuola della Russia settentrionale risale all'ultimo quarto del XVIII secolo ed è "scritta" a tempera all'uovo su fondo mecca, su tavola di tiglio. La scena, complessa, è ricca di teologia, in quanto in essa viene reso manifesta la relazione d'amore che intercorre tra la divinità e l'umanità. Maria, avvolta nel maphorion, giace su un letto funebre già addobbato con drappi, come si trattasse di un altare. Il suo capo, aureolato d'oro e posato su un cuscino è leggermente rialzato: le sta vicino Pietro (la posizione segnala il suo primato); Paolo sta dalla parte opposta, inchinato ai suoi il giovane Giovanni, senza barba, gli altri apostoli e Luca l'evangelista non nascondono la loro afflizione: è un momento di dolore per la comunità, ma Maria, serenamente distesa, con le braccia incrociate sul petto, effonde pace e speranza. Davanti al letto che poggia su un chiaro pavimento piastrellato, in basso, è "scritto" il miracolo del non credente Jefonia che, cercando di abbattere il sacro catafalco, ebbe le mani mozzate dall'Arcangelo Gabriele, mani che furono miracolosamente riattaccate nel momento in cui il pentito Jefonia si convertì al cristianesimo. La linea orizzontale, disegnata dal corpo steso, traccia un confine tra questo mondo e l'aldilà. Da questa linea, simbolo della terra, si eleva la verticale del Cristo che sembra proprio sorgere dal grembo della Madre. Avvolto in vesti rosso e blu (divinità e umanità) lumeggiate d'oro, sta eretto in una mandorla di luce con sfondo raggiato, sorretta da due angeli; con la mano destra protesa benedice la Madre; con la sinistra regge in braccio con delicatezza l'anima di sua Madre, raffigurata, purissima, come una piccola Maria, avvolta in lini candidi, come quelle battesimali. Il Salvatore è accompagnato dalle schiere celesti - angeli e beati- che fanno scorta a Maria nel tragitto fino alla dimora eterna, cantando: Ecco giunge la Divina Fanciulla e la Regina universale! Sollevate le porte ed accogliete la Madre della Luce. Al di sopra della mandorla con il Cristo, in un'altra mandorla luminosa si ergono Maria e il Figlio, ormai insieme nella gloria eterna, descritta nel culmine dell'icona ove Maria è raffiguarata, fra i cori celestiali, glorificata fra il Figlio e il Padre.

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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