Deesis delle Solovskij
Balabarov, Laverentin (attr.)
Descrizione
Autore: Balabarov, Laverentin (attr.) (1866/1876), saggiatore
Ambito culturale: scuola russa centrale
Cronologia: terzo quarto sec. XIX
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola; argento sbalzato e cesellato
Misure: 32.4 cm x 2.4 cm x 38.6 cm
Descrizione: Il Cristo Pantocratore, al centro, siede eretto e maestoso su un trono regale d'oro e verso di lui convergono oranti tutte le altre figure in piedi. Con entrambe le mani regge il Libro aperto; nel nimbo è tracciata la croce e sono inscritte le tre lettere greche OON: "Colui che è". A destra del Cristo la Madre di Dio, l'Odigitria, "Colei che mostra la via", infatti con la mano destra ci indica Cristo come "via, verità e vita". A sinistra del Salvatore, Giovanni Battista che srotola con la mano sinistra una pergamena con un passo del Vangelo in cui è citato come "Testimone". Alle spalle del trono si vedono l'arcangelo Michele e l'arcangelo Gabriele, entrambi portano, con la dx, un lungo bastone sottile. La composizione è arricchita da santi (vescovi e metropoliti) che in due file (a due e tre) sono disposti armoniosamente in diagonale alle spalle di Maria e del Battista.
Notizie storico-critiche: La deesis o deisis ( "supplica", "intercessione") è un tema iconografico molto diffuso nel mondo ortodosso. Nella rappresentazione archetipica si vede Cristo benedicente tra la Madonna e san Giovanni Battista, spesso accompagnati dagli Arcangeli Michele e Gabriele e dai santi apostoli Pietro e Paolo, tutti chinati, in atto di preghiera e supplica per i peccatori, verso la figura centrale del "Cristo Salvatore in trono". La nostra icona, di Scuola iconografica della Russia centrale, risale al terzo quarto del XIX secolo. È "scritta", su tavola lignea intera e incavata, a tempera all'uovo e lacche, con nimbi ed altri particolari in foglia d'oro.
La Deesis di Solovec (o di Solovskij) è una elaborata versione della Supplica (deesis), arricchita dalle figure molto amate di due monaci, prostrati ai piedi del Cristo con indosso abiti monacali: a sinistra (per chi osserva) San Zosima e a destra San Savvatij. Essi raffigurano il mondo terreno: sono considerati le colonne del monachesimo russo e i fondatori del monastero delle isole Solovkii: da qui il nome della composizione rappresentata.
Dietro a loro, inginocchiati San Nicola, riccamente rivestito dalle vesti vescovili e Niceforo in abiti monacali, supplici verso il Pantocrator.
Il Cristo Pantocratore, al centro, siede eretto e maestoso su un trono regale d'oro e verso di lui convergono oranti tutte le altre figure in piedi, intercedenti per l'umanità peccatrice. La veste porpora - il colore degl'imperatori - esprime la divinità e la signoria di Cristo sull'umanità (il manto blu); con entrambe le mani regge il Libro aperto, simbolo della sua Legge di amore; nel nimbo è tracciata la croce e sono inscritte le tre lettere greche OON: "Colui che è".
La seduta e la predella del trono regale hanno una prospettiva rovesciata: si tratta di un preciso canone iconografico (il campo di fuga non è all'interno ma verso l'esterno a significare che è l'icona che parla all'uomo e coinvolge colui che si pone di fronte ad essa).
A destra del Cristo la Madre di Dio è colei che per tutti noi intercede; è l'Odigitria, "Colei che mostra la via", infatti con la mano destra ci indica Cristo come "via, verità e vita, mentre con la sinistra srotola una pergamena in cui è citato l'Annuncio; il suo capo, ricoperto dal maphorion, è rivolto verso Cristo e leggermente inclinato in segno di venerazione, nello stesso atteggiamento del Battista (a sx del Salvatore) e dei due Arcangeli alle sue spalle.
Il blu intenso della tunica e il manto di porpora indicano, da tradizione, la sua umanità e la sua divinità in quanto Madre di Dio. Nel suo nimbo si leggono le lettere MR THOU ( "Madre di Dio"); anche Giovanni Battista è accanto a Cristo, perché egli è il Precursore, colui che venne prima di Cristo " per preparare la sua via" (Mt 3, 3). Egli ha il volto emaciato e austero e i capelli e la barba incolti, a ciocche, un po' stilizzati, ad indicare il suo carattere di asceta del deserto. La sua veste rossa ne indica il martirio e il manto azzurro significa che Giovanni - pur nella sua grandezza - è di natura umana; egli srotola con la mano sinistra una pergamena con un passo del Vangelo in cui è citato come "Testimone". Alle spalle del trono si vedono l'arcangelo Michele (il capo delle schiere celesti, l'angelo che combatte Satana e che nel giorno del Giudizio Universale interverrà in favore del popolo di Dio) e l'arcangelo Gabriele, colui che annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria la nascita di Cristo: entrambi portano, con la dx, un lungo bastone sottile, simbolo del loro potere e del loro status di messaggeri divini. La composizione è arricchita da santi (vescovi e metropoliti) che in due file (a due e tre) sono disposti armoniosamente in diagonale alle spalle di Maria e del Battista: i loro nimbi d'oro, allineati, irraggiano di luce divina l'intera icona.
Interessantissimo l'Oklad in argento sbalzato e cesellato della Città di Kazan' (Tartastan) 1871: punzone del maestro di saggio poco leggibile nella prima lettera, si ipotizza L·B Laverentin Balabarov attivo a Kazan' dal 1866 al 1876; punzone nei tre nimbi principali (Carl Fabergé?). Si rileva la presenza di un singolare punzone raffigurante una mosca. Una scritta a bulino riporta il numero 171 , probabilmente di inventario.
Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Collocazione
Chiari (BS), Pinacoteca Repossi
Credits
Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3y010-01674/
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