Madre di Dio Smolensk

scuola russa centrale

Madre di Dio Smolensk

Descrizione

Ambito culturale: scuola russa centrale

Cronologia: seconda metà sec. XVII

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola; metallo stampato

Misure: 26.3 cm x 2.4 cm x 31.2 cm

Descrizione: La Vergine Madre è raffigurata con la mano destra che addita il Figlio, invitando a entrare nel suo significato profondo: scorgere Gesù "vera luce che illumina ogni uomo".

Notizie storico-critiche: La Madre di Dio di Smolensk è l'icona russa che più di qualsiasi altra riproduce il tipo classico della Hodighitria bizantina ("Colei che indica la Via"). La tradizione la vuole attribuita al pennello di San Luca, come pure il prototipo della "Umiliene" ossia la Madre di Dio della tenerezza: in entrambe l'Evangelista avrebbe ritratto Maria, garantendo la "fedeltà" della raffigurazione iconografica e la "somiglianza" autentica. La prima icona Smolenskaja si dice sia stata portata in Russia da Anna di Grecia, moglie di San Vladimir, o secondo un'altra tradizione,
da una principessa bizantina andata in sposa in Russia nel XII secolo. Donata alla chiesa della Dormizione di Smolensk, la storia dell'immagine si dipana nei secoli, come per altre icone mariane, tra miracoli, prodigi e vittorie, storia indissolubilmente legata a quella della città, fino all'epilogo glorioso del 1812, quando le truppe napoleoniche vengono vinte con la sua intercessione. La nostra icona, di Scuola iconografica della Russia centrale, risale alla seconda metà del XVII secolo. Dipinta a tempera all'uovo su tavola intera di tiglio, con la mano destra la Madonna addita il Figlio, Dio-Uomo, Colui che è la via. invitando a entrare nel suo significato profondo: scorgere Gesù "vera luce che illumina ogni uomo" (Gv 1,19). Essendo la riza irremovibile a causa dell'applicazione di passamaneria inchiodata lungo i bordi della tavola, è possibile descrivere solo i volti e le mani di Maria e del Bambino. Questi sono rappresentati in modo frontale, con una semplificazione dei tratti che rende eloquente il loro carattere sacro e comunica a tutta l'opera un forte senso di serenità. Nella sua dignità di Madre del Salvatore, la Vergine è regalmente coperta da un manto in perle di fiume, pietre dure e vetri colorati; due fiori con piccoli turchesi, sul maphorion ricordano la perenne verginità di Maria. La sua carnagione, colore terra bruna, è impregnata dalla luce divina ineffabile (ottenuta con un finissimo assist e con lumeggiature chiare che rendono assai profondi gli occhi). Tutto l'essere della Theotokos è assorbito da quell'intimità con il divino, come attesta i digrammi incisi in alto ai lati del suo nimbo: MP OY, compendio delle parole greche MHTHR EOY (Madre di Dio). I caratteri delle figure orientano all'archetipo celeste, per questo il Figlio non ha lineamenti infantili: il bambino Gesù appare già come il Signore sovrano dell'universo. La Riza, in metallo dorato stampato, forma una cornice a ramages intorno alle figure e nimbi arricchiti da pietre dure incastonate; il vestito. La riza, a formare un'ulteriore cornice, è contornata da una fascetta ricamata a fiori con pietre dure e perline di vetro colorato (bianco, rosso,verde, rosa, azzurro).

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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