Sant'Alessio Metropolita

Alderman Fedor Petrov; Andreev, Andreì; Phillipov, Timofey

Sant'Alessio Metropolita

Descrizione

Autore: Alderman Fedor Petrov (1759/1784), saggiatore; Andreev, Andreì, saggiatore; Phillipov, Timofey, argentiere

Ambito culturale: scuola russa centrale

Cronologia: primo quarto sec. XIX

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tavola; argento sbalzato e cesellato

Misure: 26.5 cm x 2.6 cm x 31.3 cm

Descrizione: Alessio, è rappresentato eretto, rivestito dai paramenti liturgici vescovili. il sakkos, damascato, lungo fino ai piedi, lascia intravedere la punta di due pantofole rosse che poggiano sul pavimento verde scuro; l'omophorion con croci, ricadente sul petto; un medaglione con cesellata una piccola croce greca, al collo; l'epigonation in tessuto rigido, a forma di losanga che pende sul lato destro del corpo sotto la vita; il bastone pastorale terminante con i due serpenti simmetrici, nella mano sinistra e il Santo Vangelo chiuso nella mano destra; il classico copricapo kukol (o skuffia in greco) e il cappello cilindrico col velo ricadente sul petto, proprio degli ieromonaci (i vescovi ortodossi provengono infatti dall'Ordine monastico).

Notizie storico-critiche: L'icona, di Scuola della Russia centrale, risale all'ultimo quarto del XVIII secolo ed è dedicata ad Alessio (1292/1305 - 1378) che fu metropolita di Mosca (dal 1354) e resse le sorti del governo moscovita prima che il principe Dimitri Donskoj raggiungesse la maggiore età. Fu canonizzato dalla chiesa ortodossa russa nel 1448 e da allora è considerato uno dei santi patroni della capitale russa. Numerosi miracoli furono a lui attribuiti dai fedeli ortodossi tra i quali, nel 1357, la guarigione della moglie del Gran Khan mongolo Jani Beg che, secondo la tradizione popolare, per sdebitarsi, si astenne dal distruggere Mosca. del Cremlino moscovita nel monastero di ?udov, da lui stesso fondato. Su tavola di tiglio intera, "scritta ad olio", su fondo mecca, vi è la raffigurazione di Alessio, eretto, rivestito dai paramenti liturgici vescovili: il sakkos, damascato, lungo fino ai piedi, lascia intravedere la punta di due pantofole rosse che poggiano sul pavimento verde scuro; l'omophorion con croci, ricadente sul petto; un medaglione con cesellata una piccola croce greca, al collo; l'epigonation in tessuto rigido, a forma di losanga che pende sul lato destro del corpo sotto la vita; il bastone pastorale terminante con i due serpenti simmetrici, nella mano sinistra e il Santo Vangelo chiuso nella mano destra; il classico copricapo kukol (o skuffia in greco) e), il cappello cilindrico col velo ricadente sul petto, proprio degli ieromonaci (i vescovi ortodossi provengono infatti dall'Ordine monastico). Sono tutti simboli che definiscono la sua appartenenza all'alto clero ortodosso. Il volto affilato e olivastro del santo, la lunga barba fluente lumeggiata di chiaro, gli occhi profondi e dolci, immersi in una visione estatica, la bocca serrata sul mistero ne sottolineano invece la santità, messa in risalto anche dal nimbo che circonda il suo capo. A destra, in alto, fra rosee nubi si vede un triangolo rosso-oro da cui si irradiano fasci di luce finemente crisografati: al centro il trigramma del nome di Dio. È presente la scritta con la denominazione del santo Alessio metropolita.
Ricchissima la Riza in argento sbalzato e cesellato. Mosca 1776, punzone alderman Fedor Petrov, attivo a Mosca dal 1759 al 1784; maestro di saggio A.A Andreì Andreev, operante a Mosca con lo stesso alderman ma di cui non si è trovata traccia del periodo preciso; argentiere TF di Timofey Phillipov, attivo a Mosca nella seconda metà del XVIII sec.

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

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