Arcangelo Michele e santa Caterina con l'icona della Madre di Dio di Kazan.
Lebedkin, Ivan; Sparishkin, Alexander
Descrizione
Autore: Lebedkin, Ivan (1899/1908), saggiatore; Sparishkin, Alexander (1907/1914), argentiere
Ambito culturale: scuola russa centrale
Cronologia: inizio sec. XX
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tavola; argento sbalzato e cesellato
Misure: 26.5 cm x 3.6 cm x 31 cm
Descrizione: Campeggiano, a figura intera, l'arcangelo Michele e Santa Caterina d'Alessandria. In alto due angeli alati sorreggono il quadro con l'icona della Madre di Dio di Kazan.
Notizie storico-critiche: Le rappresentazioni dell'Arcangelo San Michele (in ebraico significa "Colui che è come Dio") sono diffusissime nel mondo ortodosso, comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. La sua raffigurazione infatti, sia per il culto che per l'iconografia, dipende dai passi 12,7-8 dell'Apocalisse di Giovanni, in cui Michele conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge.
L'Arcangelo Michele è un angelo misericordioso perché compie la volontà divina, offrendo aiuto ed intercessione agli uomini: egli sconfigge Satana, distrugge l'esercito assiro, appare a Giosuè, fa uscire l'Apostolo Pietro dalla prigione. Nelle campagne russe viene celebrato il 2 settembre come protettore degli animali. Veniva altresì considerato protettore dei principi. A lui sono dedicate numerosissime chiese. Protettore di Kiev, capitale dell'antica Russia, egli è raffigurato sulle armature, sui vessilli, monete e stemmi dei principi.
La nostra icona, di Scuola iconografica della Russia centrale, risale agli inizi del XX secolo. Su tavola di betulla, rivestita, sul retro, di raso fucsia, campeggiano, a figura intera, l'arcangelo Michele e Santa Caterina, "scritti" secondo i canoni tradizionali: a sinistra (per chi ossertva), Michele, alato e guerriero (gambali con crisografia, lungo manto rosso allacciato sul petto, corazza e scudo crociato d'oro, spada nella mano destra rivolta verso l'alto), ha tratti femminei nel volto dai lunghi capelli ondulati, con scriminatura centrale, ricadenti sulle spalle. Sullo stesso piano, ma separata da lui, Santa Caterina d'Alessandria, rappresentata con la corona in testa e abiti regali per sottolineare la sua origine principesca; regge con la destra la croce del martirio. Secondo la tradizione, infatti, Caterina sarebbe stata una principessa egiziana che avrebbe subito il martirio ad Alessandria nel IV secolo. Secondo una leggenda posteriore, il suo corpo venne trasportato dagli angeli fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. In questo luogo, nel VI secolo, l'imperatore Giustiniano fondò il Monastero di Santa Caterina tutt'ora presente.
L'arcangelo e Caterina non si guardano, ognuno compreso nella contemplazione misteriosa della Divina eternità. In alto, nell'arco formato dalla cornice, due angeli alati, inginocchiati su rosee nubi, sorreggono il quadro con l'icona della Madre di Dio di Kazan. Nimbi ed altri particolari in foglia d'oro, crisografia, graffito e microincisioni in alcuni dettagli impreziosiscono l'icona.
La tavola è ricoperta da una Riza di Kokoshnik con monogramma del saggiatore Ivan Lebedkin attivo a Mosca dal 1899 al 1908; AC (AS) argentiere Alexander Sparishkin attivo Mosca dal 1907 al 1914. La riza è in argento stampato, con l'applicazione delle due figure principali in argento sbalzato e cesellato. Applicazioni nei nimbi e nei quattro angoli in smalto cloisonné e applicazione delle iscrizioni in smalto champlevé, azzurro, bianco e rosa, arricchiscono il lavoro di cesello e sbalzo.
Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Collocazione
Chiari (BS), Pinacoteca Repossi
Credits
Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3y010-01699/
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