Ritratto di Ignazio di Loyola

Ritratto di Ignazio di Loyola

Descrizione

Identificazione: Ignazio di Loyola

Cronologia: ca. 1543

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 47 cm x 62 cm

Descrizione: Aulico è il ritratto a mezzo busto di Ignazio di Loyola, colto di profilo in un immagine essenziale che si staglia su un fondo bruno scuro e fa risaltare gli elementi fisionomici, il labbro inferiore incorniciato da barba e baffi, il naso prominente, l'occhio piccolo ma vivace, il capo stempiato, l'espressione serena. Il fondatore dell'Ordine dei Gesuiti indossa la consueta mantella nera dal collo rialzato. Si tratta di una rappresentazione "civile", non vi è alcun alone luminoso intorno al capo che stia ad indicare la santità del personaggio. Sopra la sua figura è vergata in lettere capitali la scritta "IGNATIUS LOIOLA IESUITAR(UM) INSTITUT(OR)". Sulla fascia rossa che definisce parte della spessa cornice in legno spicca un'altra frase latina: "VERA S(ANCTI) IGNATII LOIOLÆ EFFIGIES A P(ATRE) NICOLAO / BOBADILLA ROMA (A), IPSO ADHUC VIVENTE, DELATA, ET IOANNI / MARIÆ GUICCIARDO, IN SUI ET FAMILIÆ PRÆSI / DIUM AC DILECTIONIS TESTIMONIUM, ELARGITA A(NN)O 1543". Sul retro del dipinto sono apposti quattro sigilli in ceralacca che riportano lo stemma di Francesco Saverio Guicciardi, prima vescovo di Narni e poi di Cesena. Inoltre, appeso ad un cordone porpora, c'è un sigillo con lo stemma di Roma, marchiato S.P.Q.R., contenuto in una teca rotonda in metallo, chiusa da un coperchietto.

Notizie storico-critiche: A metà del Novecento giungeva al Museo di Sondrio una rara effigie di Ignazio di Loyola donata da Giuseppina Guicciardi di Ponte in Valtellina, esponente di una famiglia di nobile discendenza che a lungo aveva custodito il quadro.
Ignazio di Loyola fu uno dei maggiori testimoni della spiritualità cristiana nell'epoca della Controriforma, assai stimato in vita, legato alla Valtellina perché più volte gli era stato chiesto di inviare in queste terre lambite dalle istanze della Riforma luterana padri gesuiti in difesa della fede cattolica.
È noto da fonti autorevoli che Ignazio si era sempre negato a un ritratto, solo dopo la morte, avvenuta nel 1556, il suo volto cominciò ad essere riprodotto sulla base della maschera funeraria e dunque tradotto nelle rappresentazioni ufficiali. Eppure secondo l'iscrizione della cornice, questo dipinto è un dono fatto nel 1543 da padre Nicola Bobadilla, tra i primi compagni di Ignazio di Loyola, al valtellinese Giovanni Maria Guicciardi, convinto sostenitore del collegio gesuitico di Ponte in Valtellina. L'immagine conservata al Museo è quella di un uomo, senza aureola, nell'iscrizione è detto santo, suggerendo una datazione successiva al 1622, anno della canonizzazione, ma recenti analisi scientifiche confermano l'ipotesi che il ritratto sia stato eseguito intorno alla metà del secolo XVI, dunque si ritiene riproduca la vera effigie del fondatore dell'ordine gesuitico, rara e precoce più di qualunque altra finora rintracciata.

Collezione: Raccolte del Museo Valtellinese di Storia ed Arte (MVSA)

Collocazione

Sondrio (SO), Museo Valtellinese di Storia ed Arte

Credits

Compilazione: Fattorini, N. (2000)

Aggiornamento: Perlini, Silvia (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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