STORIE DELLA VITA DI S. MAIOLO

Lanzani, Bernardino (attribuito)

STORIE DELLA VITA DI S. MAIOLO

Descrizione

Autore: Lanzani, Bernardino (attribuito) (notizie 1460 - m.1526 ca.), esecutore

Cronologia: post 1508 - ante 1515

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco

Descrizione: Sulle pareti della cappella semiottagonale della navata minore sinistra sono disposti, su due registri, otto riquadri con episodi della vita di S. Maiolo, IV abate di Cluny, benedettino e riformatore del monastero annesso alla basilica di S. Salvatore a Pavia. Le otto scene, corredate da didascalie, si leggono partendo da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso: S. Maiolo aggredito dai saraceni; La visita del Papa che preannuncia al Santo la liberazione; Maiolo rifiuta il pontificato; Il Santo riconcilia Ottone II con la madre Adelaide; Maiolo è salvato da un angelo; Un fuoco divino riaccende la lanterna di S. Maiolo; Il Santo salva i naufraghi; Funerali di S. Maiolo.

Notizie storico-critiche: All'austera e rigorosa facciata della basilica corrisponde un interno completamente rivestito da un raffinato partito decorativo rinascimentale, che raggiunge un alto livello qualitativo negli affreschi della prima cappella a sinistra che illustrano le Storie di S. Maiolo e nel contempo celebrano le origini del monastero di S. Salvatore.
La presenza di una cappella intitolata a S. Maiolo è infatti strettamente connessa alle vicende storiche della chiesa pavese, ricordando il ruolo politico sostenuto dall'abate di Cluny (allora il più importante centro monastico benedettino in Francia), alla corte ottoniana nella seconda metà del X secolo. Nel 971 Ottone II, incoronato imperatore a Roma nel 962, e la madre Adelaide di Borgogna, moglie di Lotario e poi di Ottone I, principe di Sassonia e imperatore del sacro Romano Impero, chiamano a Pavia Maiolo (906-994), IV abate di Cluny dal 965 al 994, per provvedere alla riforma spirituale e materiale del cenobio annesso alla basilica di S. Salvatore, complesso ricostruito ex novo dalla sovrana e dotato di vasti beni fondiari e di numerosi privilegi, tra i quali la piena autonomia dal vescovo pavese. Considerato uno dei massimi esponenti della riforma cluniacense in Italia, l'abate effettua numerosi viaggi a Pavia e si attiva affinchè il monastero di S. Salvatore diventi il centro di diffusione della riforma cluniacense in tutta Italia. La fama di S. Maiolo è grande già ai suoi tempi e la sua tomba diventa, da subito, meta di pellegrinaggi, viene visitata anche dal re di Francia Ugo Capeto.
Il ciclo risulta di notevole interesse e valore per l'unicità del soggetto raffigurato, infatti l'iconografia di S. Maiolo non ha esempi analoghi nel panorama artistico italiano ed europeo.
Per la stesura delle scene il frescante si ispira alla prima agiografia di S. Maiolo, la "Vita" scritta nel X secolo dal discepolo monaco cluniacense Siro, immediatamente dopo la morte del Santo.
Il ciclo è ascritto, in base al raffronto stilistico con opere sicuramente sue, a Bernardino Lanzani da S. Colombano, al quale in origine è assegnata l'intera decorazione affrescata della chiesa. L'attribuzione al Lanzani, attestato a Pavia dal 1503 (nell'oratorio di S. Maria Teodote, in Carmine, in S. Michele e in S. Teodoro), non è però convalidata dal ritrovamento di fonti documentarie.
In particolare gli episodi affrescati con la vita di S. Maiolo sono ritenuti dalla maggior parte della critica il capolavoro del Lanzani.
Il ciclo affrescato nella cappella, che il Robolini diceva costruita dopo il 1507 in passato è stato variamente attribuito dalla critica: F. Bartoli nel 1777 cita velocemente le storie di S. Maiolo ascrivendole ad Andrino d'Edesia; Moiraghi P. intravvede in Pier Francesco Sacchi e Bernardino Lanzani i possibili esecutori dell'intera decorazione affrescata di S. Salvatore; Magenta pensa a Bernardino de Rossi; Dell'Acqua ricorda le opinioni del Moiraghi e del Magenta; Maiocchi assegna la decorazione della cappella al Lanzani, notando affinità con gli affreschi di S. Teodoro. Longhi (1942, ed. 1973, p.283), propone un'alternativa tra Lanzani e Pier Francesco Sacchi, optando poi per il primo pittore, ravvisando negli affreschi di S. Maiolo riflessi dello stile del "Maestro dell'Annunciazione" del Louvre, da lui stesso poi identificato con Carlo Braccesco. Emma Ferrari assegna al Lanzani i cicli pittorici affrescati nella cappella di S. Maiolo, di S. Antonio e di S. Benedetto, vedendo nell'angioletto biondo che guida il cavallo del Santo di Cluny una lieve influenza leonardesca.Anche Fanciulli Pezzini ascrive il ciclo al Lanzani avanzando una datazione intorno al 1520, prima degli affreschi di Bobbio, avvicinando alcuni sfondi a quelli della pala del Carmine. La studiosa vede però nei due riquadri con la "Riconciliazione di Ottone II con la madre Adelaide" e nella "Morte di S. Maiolo", gli unici distribuiti sulla parete di destra, l'intervento di un aiuto. Peroni attribuisce gli affreschi al Lanzani, che qui appare più sensibile alla maniera lombarda post-leonardesca, tra Luini e Marco d'Oggiono. Tanzi sostiene che per la datazione del ciclo, è utile porlo in relazione con quello nella cappella con la Storie di S. Antonio abate, sicuramente dopo il 1514, ma non come propone la Fanciulli al 1520. Realizzata probabilmente dopo gli affreschi in S. Michele del 1508 e la pala in Carmine datata 1515.

Collocazione

Pavia (PV), Monastero di S. Salvatore - complesso

Credits

Compilazione: Segagni, Anna (1975)

Aggiornamento: Manara, Roberta (2014)

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