Testa femminile
Fini, Leonora
Descrizione
Autore: Fini, Leonora (1907-1996)
Cronologia: 1928
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / matita di grafite, biacca
Misure: 327 mm x 408 mm
Descrizione: matita di grafite, biacca su carta grigia
Notizie storico-critiche: "Sono sempre stata attirata dal disegno. Ho continuato a disegnare allÂ'età in cui, verso i nove anni, la maggior parte dei bambini smette di farlo" (M. Masau Dan, Leonor Fini. LÂ'italienne de Paris, Trieste 2009, p. 232). Sono queste le parole con le quali Leonor Fini si racconta negli anni Novanta; parole sintomatiche che tracciano il ritratto di unÂ'artista che alla sua prolifica produzione pittorica affiancò sempre una altrettanto ricca attività grafica. Fin dalle opere giovanili, prodotte nella sua Trieste, si distinse per una tendenza alla forzatura espressionistica ed una inclinazione verso la caricatura. Verso la fine degli anni Venti lÂ'artista si trasferì a Milano, dove incontrò Achille Funi "compagno e sodale in arte e in amore" ed entrò in contatto con il Ritorno allÂ'Ordine propugnato da «Valori Plastici» prima e poi ufficializzato dal gruppo di Novecento. In questi anni produsse una serie di ritratti degli amici più cari, tra i quali i pittori Arturo Nathan e Carlo Sbisà , dove emerge uno spiccato senso realistico; a questa temperie culturale possiamo ascrivere la "Testa femminile" del 1928. Il disegno può essere accostato al più noto "Doppio autoritratto", di un anno precedente, nel quale Leonor si raffigura giovane - così come doveva essere al momento dellÂ'esecuzione - e anziana, quasi una visone di come avrebbe dovuto apparire in futuro. Si riconosce lo stesso segno grafico che tende a raccontare la realtà così come è, senza risparmiare unÂ'imperfezione o un dettaglio che il tempo ha impresso nel volto. Anche la "Testa femminile" appare realistica, nel non voler addolcire quei tratti marcati che delineano il viso muliebre, seppur ingentilito da uno sguardo lontano e assorto. Innegabili i contatti con il Ritorno allÂ'Ordine, cui il disegno sembra guardare nellÂ'evocare un volto aulicamente quattrocentesco, immobile nella sua statuaria bellezza e severità . Il disegno è stato acquistato nel 1929 dalla Galleria Milano, probabilmente dopo la mostra collettiva degli artisti triestini Leonor Fini, Arturo Nathan, Carlo Sbisà . In quellÂ'occasione lÂ'artista espose due disegni.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Mascellino, Bruno (2018)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-04647/
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