Prospetto di un arco di trionfo

Pedemonte, Pompeo

Prospetto di un arco di trionfo

Descrizione

Autore: Pedemonte, Pompeo (1515 ca.-1592)

Cronologia: 1540 - 1560

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / traccia a stilo, pietra nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro

Misure: 205 mm x 220 mm

Descrizione: matita, penna, inchiostro, inchiostro acquarellato

Notizie storico-critiche: L'Album Tibaldi entra nelle raccolte del Civico Museo d'Arte Antica, al Castello Sforzesco, nel 1905 quando è acquistato grazie al mercante d'arte Julius Böhler di Monaco. Nel 1904, l'avvocato Giuseppe Toesca propone senza successo l'acquisto dell'album al Consiglio Direttivo del Museo. Un anno più tardi, con una grande riduzione di prezzo (da 1800 a 800 lire), la raccolta di 42 disegni entra nelle collezioni civiche su proposta di Gustavo Frizzoni e con il benestare di Luca Beltrami. L'album Tibaldi aveva fatto parte della collezione di Carlo Morbio (1811-1881), nato a Novara ma stabilitosi fin da giovane a Milano. Nel "Catalogo ragionato ed illustrazione degli autografi e dei ritratti di celebri personaggi dal Risorgimento delle lettere insino a noi, raccolti e posseduti dal cav. Carlo Morbio" (Milano, 1857, p. 97) e ancora nelle "Opere Storico-Numismatiche di Carlo Morbio" (Bologna, 1870, p. 186) è lo stesso Morbio a citare la "Cartella di Pellegrino" definita una "preziosa raccolta de' suoi disegni originali" notando come "varj sono firmati col suo monogramma" (1857). È probabile sia stato soprattutto il fraintendimento del monogramma PPAM (inscritto in un cuore sormontato da una croce), all'epoca interpretato come firma di Pellegrino Pellegrini, ad aver portato il conoscitore e chi dopo di lui ebbe modo di vedere e valutare i disegni all'errata attribuzione al Tibaldi; ancora nel 1939, Giovanni Rocco parla in questi termini del marchio dell'album nella sua pubblicazione dedicata all'impegno dell'artista della Valsolda presso il Duomo di Milano. Dopo la morte del Morbio, la figlia Giulia, moglie dell'imprenditore tessile Benigno Crespi, cede gran parte della collezione paterna al libraio Theodor Ackermann che la vende in varie aste a Lipsia. Un altro mercante tedesco, il già citato Böhler, fa da mediatore per il ritorno dei disegni a Milano.
Tornando al monogramma, su questo foglio in basso a destra (parziale), il suo significato è intuito da Thurber (1994): Pompeo Pedemonte Architetto Mantovano.
Thurber (1994), per primo, vede nei fogli 1 e 2 di questo album una coppia di varianti per un arco trionfale. Carpeggiani (2002) concorda e avanza l'ipotesi si tratti di progetti per l'arco del Castello, uno degli apparati effimeri eretti a Mantova nel gennaio 1549 per l'arrivo di Filippo di Spagna; il testo di un antico resoconto anonimo dell'evento descrive, infatti, un arco a tre fornici, sostenuto da sei colonne e decorato, ai lati, da una statua del primo marchese e del primo Duca di Mantova (i due busti nel registro superiore). L'arco centrale, affiancato da due aperture architravate che creano nell'insieme una struttura a serliana, ha un frontone retto da due semicolonne joniche. Il frontespizio è decorato da un bassorilievo (si intuisce una battaglia tra cavalieri in ambientazione cittadina) e si conclude, in alto, con un'epigrafe. Al verso la scritta in penna "Horatio 39" - non di mano del Pedemonte secondo Carpeggiani (2002), è un'ulteriore analogia con il foglio 2, sul verso del quale si legge "Horatio 37". La filigrana (un giglio sovrastante una M) è molto simile ai fogli 7, 11 e 25 dello stesso Album.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Beretta, Giuseppe (1939)

Aggiornamento: Scianna, Eleonora (2021)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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