Figure maschili (studi per la pala con i santi Filippo e Giacomo)
Campi, Giulio
Descrizione
Identificazione: Studi per la pala con i santi Filippo e Giacomo
Autore: Campi, Giulio (1508-1573)
Cronologia: 1562 - 1568
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / pietra nera, penna e inchiostro
Misure: 324 mm x 396 mm
Descrizione: Figure umane. Personaggi religiosi: san Giacomo; San Filippo.
Notizie storico-critiche: L'Album Tibaldi entra nelle raccolte del Civico Museo d'Arte Antica, al Castello Sforzesco, nel 1905 quando è acquistato grazie al mercante d'arte Julius Böhler di Monaco. Nel 1904 l'avvocato Giuseppe Toesca propone senza successo l'acquisto dell'album al Consiglio Direttivo del Museo. Un anno più tardi, con una grande riduzione di prezzo (da 1800 a 800 lire), la raccolta di 42 disegni entra nelle collezioni civiche su proposta di Gustavo Frizzoni e con il benestare di Luca Beltrami. L'album Tibaldi aveva fatto parte della collezione di Carlo Morbio (1811-1881), nato a Novara ma stabilitosi fin da giovane a Milano. Nel "Catalogo ragionato ed illustrazione degli autografi e dei ritratti di celebri personaggi dal Risorgimento delle lettere insino a noi, raccolti e posseduti dal cav. Carlo Morbio" (Milano, 1857, p. 97) e ancora nelle "Opere Storico-Numismatiche di Carlo Morbio" (Bologna, 1870, p. 186) è lo stesso Morbio a citare la "Cartella di Pellegrino" definita una "preziosa raccolta de' suoi disegni originali" notando come "varj sono firmati col suo monogramma" (1857). È probabile sia stato soprattutto il fraintendimento del monogramma PPAM (inscritto in un cuore sormontato da una croce), all'epoca interpretato come firma di Pellegrino Pellegrini, ad aver portato il conoscitore e chi dopo di lui ebbe modo di vedere e valutare i disegni all'errata attribuzione al Tibaldi; ancora nel 1939, Giovanni Rocco parla in questi termini del marchio dell'album nella sua pubblicazione dedicata all'impegno dell'artista della Valsolda presso il Duomo di Milano. Dopo la morte del Morbio, la figlia Giulia, moglie dell'imprenditore tessile Benigno Crespi, cede gran parte della collezione paterna al libraio Theodor Ackermann che la vende in varie aste a Lipsia. Un altro mercante tedesco, il già citato Böhler, fa da mediatore per il ritorno dei disegni a Milano.
Rimasto a lungo inventariato come Pellegrino Tibaldi, Giulio Bora (1974) riconosce per primo la mano di Giulio Campi e mette in relazione gli schizzi di figure (recto) con la Pala con i santi Filippo e Giacomo del cremonese. Sul recto del foglio si individuano almeno sei studi, quasi tutti (tranne due) dedicati alla figura seduta di San Filippo: particolarmente interessante seguire il pensiero del pittore che giunge alla definitiva posa della figura nello schizzo in basso a sinistra, accanto ad uno studio dedicato alla coppia di santi. Il disegno può essere datato ai primi anni Sessanta del XVI secolo quando il podestà cremonese Giulio Claro promuove un programma di rinnovamento degli altari di San Sigismondo. Esistono documenti che attestano pagamenti incassati tra il 1562 e il 1568 da Giulio Campi per la realizzazione della pala alla quale sono da riferire questi studi, destinata alla cappella degli stessi santi Filippo e Giacomo dove ancora oggi è collocata (Bora 1997, Tanzi 2004). Sul verso del foglio una facciata di palazzo.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Beretta, Giuseppe (1939)
Aggiornamento: Balbiani, Stefano (2019); Scianna, Eleonora (2021)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-07570/
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