Tornacoro (pergula) del Duomo di Verona

Sanmicheli, Michele (attribuito)

Tornacoro (pergula) del Duomo di Verona

Descrizione

Autore: Sanmicheli, Michele (attribuito) (1484/1485-1559)

Cronologia: 1535

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / pietra nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro

Misure: 525 mm x 424 mm

Notizie storico-critiche: L'Album Tibaldi entra nelle raccolte del Civico Museo d'Arte Antica, al Castello Sforzesco, nel 1905 quando è acquistato grazie al mercante d'arte Julius Böhler di Monaco. Nel 1904 l'avvocato Giuseppe Toesca propone senza successo l'acquisto dell'album al Consiglio Direttivo del Museo. Un anno più tardi, con una grande riduzione di prezzo (da 1800 a 800 lire), la raccolta di 42 disegni entra nelle collezioni civiche su proposta di Gustavo Frizzoni e con il benestare di Luca Beltrami. L'album Tibaldi aveva fatto parte della collezione di Carlo Morbio (1811-1881), nato a Novara ma stabilitosi fin da giovane a Milano. Nel "Catalogo ragionato ed illustrazione degli autografi e dei ritratti di celebri personaggi dal Risorgimento delle lettere insino a noi, raccolti e posseduti dal cav. Carlo Morbio" (Milano, 1857, p. 97) e ancora nelle "Opere Storico-Numismatiche di Carlo Morbio" (Bologna, 1870, p. 186) è lo stesso Morbio a citare la "Cartella di Pellegrino" definita una "preziosa raccolta de' suoi disegni originali" notando come "varj sono firmati col suo monogramma" (1857). È probabile sia stato soprattutto il fraintendimento del monogramma PPAM (inscritto in un cuore sormontato da una croce), all'epoca interpretato come firma di Pellegrino Pellegrini, ad aver portato il conoscitore e chi dopo di lui ebbe modo di vedere e valutare i disegni all'errata attribuzione al Tibaldi; ancora nel 1939, Giovanni Rocco parla in questi termini del marchio dell'album nella sua pubblicazione dedicata all'impegno dell'artista della Valsolda presso il Duomo di Milano. Dopo la morte del Morbio, la figlia Giulia, moglie dell'imprenditore tessile Benigno Crespi, cede gran parte della collezione paterna al libraio Theodor Ackermann che la vende in varie aste a Lipsia. Un altro mercante tedesco, il già citato Böhler, fa da mediatore per il ritorno dei disegni a Milano.
Il foglio 9 dell'album Tibaldi è attribuito a Michele Sanmicheli da D. Moore (1985) e messo in relazione con la pergola, o tornacoro, del duomo di Verona. La costruzione del tornacoro è parte di un importante programma di rinnovo del duomo di Verona promosso dal vescovo Gianmatteo Giberti (in carica 1524-1543). Una bolla emanata da Paolo III del 1534 autorizza l'utilizzo di un lascito testamentario (di Ludovico di Canossa, 1531) per il rifacimento del coro del Duomo di Verona. La struttura che separa il presbiterio del duomo dalla navata, formata da un emiciclo di colonne ioniche in marmo sostenute da un parapetto e sormontate da candelabri, è attribuita al Sanmicheli per la prima vota dallo storico veronese Lodovico Moscardo nel 1668. Da allora la paternità del progetto non è mai stata messa in discussione. Puppi (1986) data il foglio al 1535, quando Sanmicheli passa da Verona diretto a Cittadella. La realizzazione durò almeno fino al 1541, Sanmicheli non era più nel veronese e i lavori devono essere stati completati dalla bottega. Le differenze tra disegno e opera realizzata (come ad esempio l'altezza del fusto delle colonne) suggeriscono che il foglio testimoni la fase di progettazione. Davies, Hemsoll (2004) lasciano aperta l'ipotesi che il disegno possa non essere di mano del Sanmicheli (il cui catalogo scarso grafico, d'altra arte, rende difficile confronti) ma opera di un suo aiuto.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Beretta, Giuseppe (1939)

Aggiornamento: Scianna, Eleonora (2021)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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