Particolare della pianta e della facciata di un palazzo con portico e loggiato
Tibaldi, Pellegrino
Descrizione
Autore: Tibaldi, Pellegrino (1527-1596)
Cronologia: 1500 - 1599
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / pietra nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro
Misure: 271 mm x 365 mm
Notizie storico-critiche: L'Album Tibaldi entra nelle raccolte del Civico Museo d'Arte Antica, al Castello Sforzesco, nel 1905 quando è acquistato grazie al mercante d'arte Julius Böhler di Monaco. Nel 1904, l'avvocato Giuseppe Toesca propone senza successo l'acquisto dell'album al Consiglio Direttivo del Museo. Un anno più tardi, con una grande riduzione di prezzo (da 1800 a 800 lire), la raccolta di 42 disegni entra nelle collezioni civiche su proposta di Gustavo Frizzoni e con il benestare di Luca Beltrami. L'album Tibaldi aveva fatto parte della collezione di Carlo Morbio (1811-1881), nato a Novara ma stabilitosi fin da giovane a Milano. Nel "Catalogo ragionato ed illustrazione degli autografi e dei ritratti di celebri personaggi dal Risorgimento delle lettere insino a noi, raccolti e posseduti dal cav. Carlo Morbio" (Milano, 1857, p. 97) e ancora nelle "Opere Storico-Numismatiche di Carlo Morbio" (Bologna, 1870, p. 186) è lo stesso Morbio a citare la "Cartella di Pellegrino" definita una "preziosa raccolta de' suoi disegni originali" notando come "varj sono firmati col suo monogramma" (1857). È probabile sia stato soprattutto il fraintendimento del monogramma PPAM (inscritto in un cuore sormontato da una croce), all'epoca interpretato come firma di Pellegrino Pellegrini, ad aver portato il conoscitore e chi dopo di lui ebbe modo di vedere e valutare i disegni all'errata attribuzione al Tibaldi; ancora nel 1939, Giovanni Rocco parla in questi termini del marchio dell'album nella sua pubblicazione dedicata all'impegno dell'artista della Valsolda presso il Duomo di Milano. Dopo la morte del Morbio, la figlia Giulia, moglie dell'imprenditore tessile Benigno Crespi, cede gran parte della collezione paterna al libraio Theodor Ackermann che la vende in varie aste a Lipsia. Un altro mercante tedesco, il già citato Böhler, fa da mediatore per il ritorno dei disegni a Milano.
Il foglio, ancora anonimo, contiene un dettaglio della pianta e del prospetto di un cortile loggiato e caratterizzato da un utilizzo del bugnato e di motivi decorativi architettonici influenzato da Giulio Romano. Per questa ragione si può ipotizzare, come per molti altri fogli di questo album, una provenienza mantovana e di secondo Cinquecento.
Interessante notare che le lettere LS scritte in alto al centro con tratto spesso e inchiostro scuro, collegano questo disegno al f. 4 dello stesso album Tibaldi che, se girato in senso verticale, reca nella stessa posizione del f. 13 le stesse lettere in ordine invertito (SL). Da aggiungere che i due disegni condividono identica filigrana (Briquet 9722).
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Beretta, Giuseppe (1939)
Aggiornamento: Scianna, Eleonora (2021)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-07578/
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