Ligeia

Martini, Alberto

Ligeia

Descrizione

Autore: Martini, Alberto (1876-1954)

Cronologia: ca. 1907 - ca. 1908

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: cartoncino / penna, pennello, inchiostro di china

Misure: 248 mm x 354 mm

Descrizione: penna, pennello e inchiostro di china su cartoncino

Notizie storico-critiche: La storia di Ligeia, pubblicata da Edgar Allan Poe negli anni trenta del XIX secolo, e successivamente inserita all'interno dei Racconti del grottesco e dell'arabesco nel 1840, insieme ad altre sue storie, è stata per molti artisti e scrittori simbolisti un'importante fonte d'ispirazione. Il tormento e l'orrore delle pagine dello scrittore americano sono interpretati da Martini in più di 134 immagini che l'artista realizzò per illustrare i Racconti Straordinari e le Storie grottesche di Poe. Sintesi e punto d'arrivo della poetica martiniana, il disegno di Ligeia, insieme a Le cottege Landor (inv. Agg. 108) anch'esso conservato al Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco, risale al primo momento ideativo dell'artista, conclusosi nel 1909. Queste sue opere, insieme all'interpretazione grafica dell'Inferno dantesco e all'opera di Shakespeare, daranno all'artista fama internazionale, rendendolo uno dei maggiori rappresentanti del simbolismo italiano in Europa. La sofferenza, il senso angoscioso delle vita e della morte che invadono le storie di Poe sono reinterpretate da Martini con grande perizia tecnica, sintetizzando efficacemente il difficile rapporto tra la storia narrata e la sua figurazione. Nel disegno, la poetica interpretazione dell'immaginario simbolista, prende corpo nell'evocazione dell'occulto, fatto di terrore e figure agghiaccianti. Il feretro di Lady Rowena, ormai straziato dalla malattia e dalla follia, è circondato da una spettrale veglia funebre; il suo corpo giace esanime sul letto di morte attendendo l'evento prodigioso che la trasformerà in Ligeia. Quest'ultima, infatti, appare come un ectoplasma dall'alto della composizione e attraverso le comuni linee della testa, si accinge a rincarnarsi nel corpo morente della donna distesa. La scena, all'interno di uno spazio decorato da sudari e cortine tipiche di una tappezzeria bizantina, è animata da figure spettrali e cadaveriche che tramutano lo scenario in un cerimoniale esoterico. Un rituale chiaramente espresso dalla collocazione simmetrica delle figure del fondo e dai simboli in essa presenti, come l'altissimo copricapo egiziaco che compare sopra il volto della mummia nell'angolo a destra, la maschera nell'angolo opposto, il candelabro acceso, che richiama l'ebraismo e la cabala e, ancora, sopravanzate dal bordo del letto a destra, le civette raggruppate a forma di piramide o il volto del demone, simbolo del Diavolo, con in capo tre candele fiammeggianti. Martini nel foglio in questione, riesce a creare una profondità illusionistica e psicologica che spinge queste figure ieratiche dal fondo verso il proscenio. Tutto il disegno, infine, "dai cortigiani ai velari, dai tessuti al ruscellare dei lunghissimi capelli neri dello spirito di Ligeia" appare come un "rigurgito di rivoli, di colature di 'sangue' e di 'energia' psichica trasmesse alle figure e agli oggetti inanimati: stati di effusione psichica che il segno martiniano riesce a tradurre con forza straordinaria ed espressività drammatica" (M. Lorandi, Edgar Allan Poe interpretato da Alberto Martini, in E.A. Poe, Racconti del mistero e dell'orrore. Arabeschi, Milano 1984, pp. 645-656).

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Mascellino, Bruno (2017)

Aggiornamento: Bergamo, Lucia (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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