Compenetrazione di prismi / Centri di forza d'un Boxeur II
Carrà, Carlo
Descrizione
Identificazione: Compenetrazione di prismi
Autore: Carrà, Carlo (1881-1966)
Cronologia: 1913
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / tempera, inchiostro, grafite
Misure: 295 mm x 333 mm
Descrizione: tempera, inchiostro, tracce di matita su carta controfondata su cartone
Notizie storico-critiche: Nonostante abbia più volte preso ufficialmente le distanze dal movimento transalpino, Carrà rimane ancora oggi il più cubista tra gli artisti futuristi (Carrà 1980, p. 13). Tra le sue opere su carta un tipico esempio di scomposizione cubo-futurista è offerto dal foglio del Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco intitolato Compenetrazione di prismi / Centri di forza d'un Boxeur II, acquistato per le raccolte pubbliche milanesi direttamente dal pittore nel 1953 dopo una personale a Milano (Garberi 1991).
Così come in molte opere del periodo, nel disegno in questione si assiste a un movimento delle forme costruite secondo elementi ritmici di sagome geometriche e di forme astratte; in esso si sviluppano una serie di volumi e linee ritmati in moti rotanti, capaci di raggiungere la sintesi di eventi fisici e insieme psichici secondo quella relazione inestricabile postulata dai futuristi. Inoltre, il tema dello sport e in particolare del pugilato, divenuto sempre più popolare in Italia all'inizio del secolo, attira l'attenzione dei futuristi per l'esaltazione del coraggio, intelligenza e virilità. Il pugilato, infatti, come espressione di forze dinamiche, è per Carrà un argomento su cui si soffermerà spesso, anche attraverso differenti soluzioni formali e in momenti diversi della sua carriera (Carrà 1980). Nel disegno del Castello Sforzesco, coni rovesciati e forme geometriche deformate riproducono la sensazione originaria del gesto di un pugile visto di spalle, che scaglia un pugno col braccio destro all'avversario di fronte, preparandosi a colpirlo nuovamente con il braccio sinistro; si crea così, attraverso uno sbilanciamento di forme e bande nere intorno, una resa naturale di movimento. Nel foglio, inoltre, l'uso di un chiaroscuro morbido e vellutato potenzia la scansione dinamica delle linee, rafforzando i massicci volumi delle forme (Comino 2009).
Legata ai fogli di questo periodo è la corrispondenza, nel giugno del 1913, tra Carrà e Soffici il quale invitava il pittore a inviargli disegni e incisioni da pubblicare su "Lacerba", rivista fiorentina del periodo divenuta grazie a Soffici e Papini l'organo ufficiale della propaganda futurista. Per l'edizione del 1° luglio dello stesso anno, Carrà prepara uno studio sui Centri di forze di un boxeur "ma, a giudizio di Soffici, le linee e il chiaroscuro apparivano un po' secchi e frigidi" (Dallaj 1991).
Il foglio del Castello Sforzesco è una versione diversa del disegno pubblicato sulla rivista e si inserisce pertanto in uno dei tanti casi di opere carrariane in cui vi è una titolazione identica di disegni diversi. Secondo quanto ricostruito da Federica Rovati l'opera del Castello fu esposta all'interno della Galleria Chini di Milano in occasione della Mostra personale del pittore futurista Carlo Carrà, tra il dicembre del 1917 e il gennaio del 1918, e in quella di San Francisco nel 1915 dove fu esposto con il titolo di Force Centres of a Boxer vista la riproduzione dell'immagine all'interno di un articolo dell'epoca dedicato all'esposizione americana (Rovati 2011).
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Mascellino, Bruno (2017)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-25512/
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