Donne alla fontana
Soffici, Ardengo
Descrizione
Autore: Soffici, Ardengo (1879-1964)
Cronologia: 1909
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / carboncino, acquerello
Misure: 382 mm x 492 mm
Descrizione: carboncino e acquerello su carta
Notizie storico-critiche: L'avvento artistico di Soffici, fatto di suggestioni macchiaiole, trova nuovo nutrimento nella lunga permanenza dell'artista in Francia nei primi anni del '900. Qualche anno dopo, nell'inverno del 1910, per ottenere in prestito alcune opere di pittori impressionisti, da esporre all'interno di una mostra da organizzare sotto l'egida de La Voce su incarico di Prezzolini, il pittore vi fa nuovamente ritorno. Così scrive: "Venne il momento in cui tanto io che Prezzolini si concluse del fatto che un'esposizione di quella pittura a Firenze sarebbe stata quanto mai utile e profittevole per il fine culturale della rivista. Si trattava di ottenere il prestito di un certo numero di opere di quella scuola da parte dei mercanti parigini. Io che ne conoscevo [...] alcuni tra i più indicati all'uopo, potevo tentar l'impresa,[...] Rientrato così nel giro, passavo poi la gran parte delle mie giornate" all'interno dell'atelier del pittore russo Serge Jastrebzoff, dove "Mi vi servivo degli stessi suoi modelli" realizzando "molti schizzi e disegni a matita o avvisati da qualche tocco d'acquerello" (cfr. A. Soffici, Fine di un mondo. Autoritratto d'artista italiano nel quadro del suo tempo, pp.132-136).
Di Ardengo Soffici le raccolte pubbliche milanesi, acquistarono nel 1951, dalla Galleria Il Milione, due disegni ad acquerello e carboncino dal titolo "Due figure" (inv. 313) e "Donne alla fontana" (inv. 366). Queste opere mostrano delle indubbie relazioni con i disegni che alcuni studiosi ritengono essere stati realizzati dall'artista nel 1910 a Parigi nello studio del pittore russo (cfr. G. Raimondi, L. Cavallo, Ardengo Soffici, Firenze 1967, nn. 114-119; O. Nicolini, Soffici oltre l'itinerario francese, in L. Cavallo, Soffici immagini e documenti, Milano 1980, pp. 49-53, nn. 67-72). Così come quelli del Castello, essi sono firmati in basso a destra e riportano con la stessa matita rossa, oltre alla firma, la data 1909 sul verso del foglio.
Tralasciando il dibattito sulla datazione e confrontando tali opere grafiche, ci si rende immediatamente conto delle affinità stilistiche e tematiche tra i diversi disegni. Come le "Donne alla fontana" i fogli in questione rimandano al tema delle bagnati tanto caro a Cézanne e agli impressionisti francesi, con le cui opere Soffici era tornato in contatto in quel breve soggiorno francese. Anche nelle "Due Figure", dove uno dei due soggetti sorregge una brocca d'acqua tra le mani, la lezione impressionista di Millet e Cézanne, filtrata da quella dei pittori toscani, si orienta verso un nuovo orizzonte espressivo. In queste opere affiorano una nuova preminenza dei valori formali, coloristici e atmosferici e la visione pittorica propria degli impressionisti filtrata dagli azzardi delle avanguardie francesi contemporanee. Si coglie una costruzione delle figure per tratti che scandiscono volumi e linee di tensione. Leggere acquerellature di tinte pungenti, ottenute attraverso una fusione del colore e combinate con tonalità violacee e grigiastre, rivestono le figure. Esse, infatti, sono abbozzate da tratti veloci di carboncino e mosse da un tessuto corsivo di robusti e leggeri segni grafici che, nel caso delle "Due figure", si fanno più intensi. Inoltre più corposo è il profilo della figura di sinistra ottenuto mediante pennellate di tempera bianca.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Mascellino, Bruno (2017)
Aggiornamento: Bergamo, Lucia (2018)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-25578/
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