Pelleas e Melisanda (bozzetto scenografico per il terzo atto)

Colombo, Isaia

Pelleas e Melisanda (bozzetto scenografico per il terzo atto)

Descrizione

Autore: Colombo, Isaia (1898-1970 post)

Cronologia: 1932

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: cartone / matita, inchiostro, tempera

Misure: 693 mm x 490 mm

Descrizione: tracce di matita e d'inchiostro nero, tempera su cartone

Notizie storico-critiche: Ispirandosi all'opera pirandelliana "Sei personaggi in cerca d'autore", il 12 novembre 1932 nelle proprie sale di via Brera la Galleria del Milione inaugurava una mostra di scenografia moderna con bozzetti, plastici e maschere teatrali di un gruppo di giovani scenografi: "Nove giovani scenografi milanesi in cerca di un palcoscenico italiano".
In quell'occasione esposero Gilberto Bassoli, Giovanni Broggi, Franco Cagnoli, Isasia Colombo, Mario Cristini, Enrico Kaneclin, Bruno Montonati, Vinicio Paladini e Umberto Zimelli, tutti artisti milanesi di nascita o di adozione e legati a tendenze astratte e razionaliste. Presentati sul Bollettino n. 2 della galleria da Anton Giulio Bragaglia, questi artisti costituivano il "Gruppo giovani scenografi milanesi" e pubblicarono il proprio manifesto sul bollettino.
Nelle loro opere svilupparono una nuova innovazione scenica futurista, rinnovata da una componente artistica internazionale. Essi infatti, troppo giovani per aver potuto vivere l'esperienza marinettiana, erano indirizzati verso stimoli di respiro più internazionali come il cubismo, l'espressionismo o in architettura il razionalismo europeo del Bauhaus. Dall'analisi delle otto opere acquistate in quell'occasione dalle Civiche Raccolte milanesi e conservate presso il Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco (ivv. Agg. 476 - 489- 490 - 491 - 492 - 493 - 494- 498), emerge come le scenografie non seguano più le tendenze della pittura, ma tornino a ispirarsi all'architettura. Tuttavia è evidente che l'impaginazione scenica di alcuni dipinti del gruppo Novecento o della Metafisica sono stati punto di riferimento per un linguaggio formale poi sviluppato da questi artisti. "Carrà e Sironi diventano gl'involontari veicoli che permettono di prendere contatto con il razionalismo del Bauhaus o addirittura con l'espressionismo, ivi compreso quello scenografico che suggeriva le soluzioni più arditamente avanguardistiche del tempo in campo teatrale e cinematografico"(Monteverdi p. 22).
Queste opere nate per un palcoscenico mai trovato si caratterizzano per la presenza di volumi squadrati in cui vengono contrapposti fasci di luce che annullano i limiti immaginari del fondale. Moduli architettonici che si sovrappongono a spartiture spaziali o che cercano fughe prospettiche attraverso un rigore d'impostazione cubista, espressionista o astratta.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Mascellino, Bruno (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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