Albo della Morte
Martini, Alberto
Descrizione
Autore: Martini, Alberto (1876-1954)
Cronologia: ca. 1894 - ca. 1896
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / penna, inchiostro di china, acquerellature
Misure: 202 mm x 216 mm
Descrizione: penna, inchiostro di china e acquerellature su carta
Notizie storico-critiche: Come ricordato da Mercedes Garberi fu grazie alla segnalazione di Emilio Bertonati che, nel 1981, le collezioni civiche del Castello Sforzesco ottennero, grazie a un acquisto presso la Galleria del Levante, i quattordici disegni a inchiostro di china e acquerello eseguiti da Alberto Martini intorno 1895, raffiguranti L'albo della morte, opere apripista della "accesa serie dei cicli senza legami con le fonti letterarie" (Garberi 1981). Questo ciclo giovanile, così come quello dei primi disegni della serie dedicata a La secchia rapita di Tassoni, dette inizio alla copiosa produzione di incisioni e illustrazioni realizzate dell'artista negli anni successivi, che ne fecero uno tra gli illustratori italiani maggiormente apprezzati in Italia e in Europa (Ivi). La serie dell'Albo della morte, appartenuta inizialmente alla vedova dell'artista Maria Petringa, venne trasferita agli eredi, e in seguito alla Galleria del Levate di Milano che li espose per la prima volta in una mostra dedicata all'autore tra il 1978 e il 1979. Nei quattordici disegni è già rintracciabile un forte legame di Martini con la cultura decadente del suo tempo a cui si associano suggestioni cinquecentesche derivanti dalla grafica di Dürer, di Luca di Leida, Graf e Grien oltre che da significativi rimandi al simbolismo nordico moderno franco-belga e tedesco. Il frontespizio, così come l'intera serie, è caratterizzato da una grafica neo-gotica che si apre con l'invocazione oraziana Pallida mors aequo pulsat pede pauperum tabernas regumque turres, anticipando verbalmente quanto raffigurato nei fogli, in cui con fermezza si assiste alla rappresentazione della morte nella sua veste più scabrosa. Chiaro nell'intero ciclo è il rimando alle donne angeliche di Previati o ad alcune opere segantiniane come "Cattive madri" o a "L'angelo della vita", in cui l'eleganza delle figure femminili si scontra con la staticità della morte che rievoca, invece, i soggetti e le ambientazioni macabre di molte delle opere dell'artista belga Félicien Rops e dei tedeschi Max Klinger e Joseph Sattler.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Mascellino, Bruno (2017)
Aggiornamento: Bergamo, Lucia (2018)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-25798/
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