A Lambrate

Ferrari, Arturo

A Lambrate

Descrizione

Identificazione: Veduta di Lambrate a Milano

Autore: Ferrari, Arturo (1861-1932)

Cronologia: (?) 1924 - 1932

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / grafite

Misure: 121 mm x 165 mm

Descrizione: disegno tracciato a grafite su carta bianca

Notizie storico-critiche: L'artista ha definito il disegno "A Lambrate" nella pagina manoscritta che accompagna il primo dei diciotto fascicoli della raccolta denominata "Vecchia Milano". L'attuale denominazione del luogo deriva dal fiume sul quale il vicus si trovava, il Lambro, cioè "pescoso", o limpido". È impossibile stabilire la data precisa di fondazione del vicus. Le strade che segnavano i confini del territorio lambratese erano due, la Milano-Bergamo, a nord, che partiva da porta Orientale, e la Milano-Brescia, a sud, con partenza da porta Tosa. Il confine orientale era il fiume stesso, mentre a Ovest il vicus arrivava all'attuale asse via Teodosio-Ponzio-Aselli. È con molta probabilità, inoltre, che Lambrate fosse porto fluviale per la vicina e più potente Mediolanum. Con il loro arrivo, i Romani sfruttarono la zona ricca di rogge per l'agricoltura e costruirono un sistema di navigazione fluviale intorno al fiume Po, ancora in vigore durante il medioevo. Durante l'VIII e il IX secolo sorsero a Lambrate due monasteri benedettini, dei quali sopravvive oggi la chiesa di San Martino (della chiesetta eretta nel XV secolo resta solo il campanile, nel 1913 la costruzione originaria fu completamente sostituita da un nuovo edificio destinato al culto) e la cascina Cavriana, che ingloba l'abside a emiciclo, ripartita da pilastrini in rilievo e coronata da archetti, già appartenente alla chiesa di Sant'Ambrogio prima del suo impiego ad uso rurale. Dai riscontri in loco non è stato possibile identificare l'edificio raffigurato da Ferrari, ma si può escludere che corrisponda all'attuale chiesa di San Martino in Lambrate o all'abside della chiesa di Sant'Ambrogio. Con la distruzione del 1162 di Milano ad opera di Federico Barbarossa, Lambrate venne elevata al rango di "borgo imperiale", e qui vennero accolti i milanesi in esilio da Porta Orientale. Con la dominazione spagnola, nel XVI secolo, viene costruita la prima industria bellica, la "Polveriera", che segnò la storia e la fortuna lambratese, al suo posto fu poi costruita, sotto Mussolini, una delle sedi dell'istituto dei Martinitt. Gli Spagnoli trasformarono il borgo in feudo, promulgandone la vendita, e tale condizione persisterà fino all'arrivo di Napoleone Bonaparte, quando Lambrate divenne libero comune. Alcuni decenni dopo, mentre a Milano veniva ultimata la facciata del Duomo, un decreto del viceré francese, nel gennaio del 1808, annetteva il comune di Lambrate alla città di Milano. Con gli austriaci nel 1816 Lambrate tornò indipendente e lo restò fino al dicembre 1923, anno in cui numerose frazioni periferiche vennero annesse al comune di Milano.
La vedova di Ferrari, proponendo i disegni all'attenzione del Comune di Milano, riconduceva la loro realizzazione agli ultimi anni di vita del marito. Una delle opere reca la data 1926; inoltre presso il Museo di Milano si conserva un'altra serie di 16 analoghe vedute a matita di Ferrari, datate dal 1924 al 1931. Pertanto si ritiene che la serie del Civico Gabinetto dei Disegni sia stata eseguita nell'arco cronologico dal 1924 al 1932.
In quell'epoca Milano stava conoscendo notevoli trasformazioni urbanistiche e il pittore, per contrastare la perdita di memoria provocata dalle demolizioni, decise di fissare nei suoi disegni gli angoli e gli scorci destinati a un radicale cambiamento.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Guzzi Piola, Alessandra (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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