A P. Romana
Ferrari, Arturo
Descrizione
Identificazione: Veduta della fossa interna nei pressi di corso di Porta Romana a Milano
Autore: Ferrari, Arturo (1861-1932)
Cronologia: (?) 1924 - 1932
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / grafite
Misure: 120 mm x 164 mm
Descrizione: disegno tracciato a grafite su carta bianca
Notizie storico-critiche: L'artista ha definito il disegno "A P. Romana" nella pagina manoscritta che accompagna il sesto dei diciotto fascicoli della raccolta denominata "Vecchia Milano". Dai riscontri in loco si ipotizza che l'attuale ubicazione degli edifici scorciati dal Ferrari corrisponda all'attuale via Francesco Sforza, lungo la quale scorreva la fossa interna, e che l'edificio squadrato coronato da un lanternino, visibile in secondo piano, sia il Mausoleo Trivulzio, anteposto alla basilica di San Nazaro Maggiore.
Sin dall'epoca romana la porta e la via per Piacenza avevano il nome di Porta Romana, che in origine era probabilmente collocata allo sbocco di via Unione in piazza Missori. Ampliate dall'imperatore Massimiliano le mura, la Porta "ad Placentiam" venne trasferita allo sbocco sul corso di via Paolo da Cannobio e via Maddalena. Nel 1596, con le fortificazioni spagnole e, in occasione dell'ingresso di Margherita d'Austria-Stiria, promessa sposa di Filippo III di Spagna, la porta, edificata da Aurelio Trezzi su disegno di Martino Bassi, fu spostata in piazza Medaglie d'Oro dove è attualmente ubicata.
In origine i Navigli costituivano la fossa interna che assurgeva al compito di arteria urbana per il traffico natante e cingeva la parte più cospicua della città. La zona appare oggi del tutto diversa e le principali trasformazioni risalgono alla seconda metà del XIX secolo, quando, in seguito all'introduzione dei tram, si iniziò a ipotizzare la copertura dei tratti cittadini dei Navigli. Nel 1891 il primo segmento della fossa interna ad essere sacrificato fu quello occidentale, il cosiddetto Naviglio di San Gerolamo; a partire dal 1929 i lavori di copertura ripresero con sistematicità ininterrotta fino al 1930/1931. Attualmente il termine "Navigli", a Milano, identifica i due tratti scoperti del Naviglio Grande (fra le odierne Ripa di Porta Ticinese e l'Alzaia Naviglio Grande, in direzione di via Lodovico il Moro per Buccinasco e Corsico) e del Naviglio Pavese (fra via Ascanio Sforza e l'Alzaia Naviglio Pavese lungo via Chiesa Rossa per raggiungere Rozzano e collegarsi alla Strada dei Giovi) che si insinuano in città fino all'altezza di piazza XXIV Maggio e in senso più generale l'area compresa fra i due Navigli.
La vedova di Ferrari, proponendo i disegni all'attenzione del Comune di Milano, riconduceva la loro realizzazione agli ultimi anni di vita del marito. Una delle opere reca la data 1926; inoltre presso il Museo di Milano si conserva un'altra serie di 16 analoghe vedute a matita di Ferrari, datate dal 1924 al 1931. Pertanto si ritiene che la serie del Civico Gabinetto dei Disegni sia stata eseguita nell'arco cronologico dal 1924 al 1932.
In quell'epoca Milano stava conoscendo notevoli trasformazioni urbanistiche e il pittore, per contrastare la perdita di memoria provocata dalle demolizioni, decise di fissare nei suoi disegni gli angoli e gli scorci destinati a un radicale cambiamento.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Guzzi Piola, Alessandra (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-26106/
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