A Santa Sofia

Ferrari, Arturo

A Santa Sofia

Descrizione

Identificazione: Veduta di via S. Sofia a Milano

Autore: Ferrari, Arturo (1861-1932)

Cronologia: (?) 1924 - 1932

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / grafite

Misure: 166 mm x 120 mm

Descrizione: disegno tracciato a grafite su carta bianca

Notizie storico-critiche: L'artista ha definito il disegno "A Santa Sofia" nella pagina manoscritta che accompagna il sesto dei diciotto fascicoli della raccolta denominata "Vecchia Milano". A proposito del foglio in esame si segnalano, per l'affinità del punto di ripresa, due analoghe vedute ad olio su cartone eseguite dallo stesso Ferrari, attualmente conservate l'una presso il Museo di Milano e l'altra presso la Galleria Giannoni a Novara; se nel disegno l'attenzione dell'artista è concentrata sulla definizione di un edificio, in entrambe le vedute ad olio, anch'esse ad orientamento orizzontale, si ottiene una visione più ampia che inquadra anche parte della via.
La via trae nome da una chiesa con annesso monastero, in origine detto di Santa Maria degli Angeli e attualmente denominato di Santa Maria della Visitazione, che, nel 1578, San Carlo destinò alle fanciulle rimaste orfane in seguito alla pestilenza del 1576, ponendolo sotto la protezione di Santa Sofia. Sofia fu una ricca vedova milanese, convertita al cristianesimo dal vescovo di Milano San Caio alla fine del I sec. d.C., che, recatasi a Roma con le tre figlie, venne martirizzata sulla via Aurelia. Le principali trasformazioni della zona risalgono al 1929 quando venne interrato il Naviglio, costruito nel Medioevo a protezione della città, che iniziava dal Ponte di Porta Romana e che correva lungo questa via.
In origine i Navigli costituivano la fossa interna che assurgeva al compito di arteria urbana per il traffico natante e cingeva la parte più cospicua della città. Attualmente il termine "Navigli", a Milano, identifica i due tratti scoperti del Naviglio Grande (fra le odierne Ripa di Porta Ticinese e l'Alzaia Naviglio Grande, in direzione di via Lodovico il Moro per Buccinasco e Corsico) e del Naviglio Pavese (fra via Ascanio Sforza e l'Alzaia Naviglio Pavese lungo via Chiesa Rossa per raggiungere Rozzano e collegarsi alla Strada dei Giovi) che si insinuano in città fino all'altezza di piazza XXIV Maggio e in senso più generale l'area compresa fra i due Navigli.
La vedova di Ferrari, proponendo i disegni all'attenzione del Comune di Milano, riconduceva la loro realizzazione agli ultimi anni di vita del marito. Una delle opere reca la data 1926; inoltre presso il Museo di Milano si conserva un'altra serie di 16 analoghe vedute a matita di Ferrari, datate dal 1924 al 1931. Pertanto si ritiene che la serie del Civico Gabinetto dei Disegni sia stata eseguita nell'arco cronologico dal 1924 al 1932.
In quell'epoca Milano stava conoscendo notevoli trasformazioni urbanistiche e il pittore, per contrastare la perdita di memoria provocata dalle demolizioni, decise di fissare nei suoi disegni gli angoli e gli scorci destinati a un radicale cambiamento.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Guzzi Piola, Alessandra (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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