Prospetto principale della villa Sardini a Pieve Santo Stefano
Sardini, Giacomo
Descrizione
Autore: Sardini, Giacomo (1750-1811)
Cronologia: 1775
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / grafite, inchiostro a penna
Misure: 550 mm x 425 mm
Descrizione: disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee e compasso; è eseguito a inchiostro nero a penna, principalmente con tiralinee; a grafite a mano libera sono tracciati dettagli decorativi; il disegno presenta una marginatura a inchiostro bruno a penna e il supporto sul quale è tracciato è carta bianca pesante fortemente ingiallita
Notizie storico-critiche: I consigli di Carlo Bianconi per la facciata della villa Sardini portarono verso la delineazione finale, con lo scalone del pronao non più contenuto entro il basamento (si veda il disegno di Bianconi, Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,54, pubblicato in Dallaj, 2005, p. 42, fig. 12). Il marchese aveva accolto le critiche dell'architetto e, rispetto alla stesura preliminare (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,79), decise di modificare le proporzioni delle colonne e tralasciare lo zoccolo dapprima interposto tra il piano e la base. Bianconi aveva ricevuto copia del disegno in seame insieme ad altri e nella sua lettera di commento datata 20 febbraio 1775 (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini =AS, cart. 141, n. 81) aveva apprezzato l'impiego del fregio piano per le finestre, proposto al marchese in uno dei primi contatti epistolari, fornendo nuovi consigli: le finestre del livello superiore avrebbero dovuto essere quadrate e le mensole di quelle sotto il portico eliminate. Alcune tracce a matita lasciano intuire come Sardini desiderasse sottolineare gli angoli dell'edificio con un rivestimento a bugnato analogo a quello delineato a penna alle estremità del basamento. Questa soluzione verrà inserita da Bianconi nel proprio disegno definitivo, non conservato ma descritto nella lettera di accompagnamento (AS, cart. 141, n. 86); dallo stesso documento sappiamo che l'architetto aveva pensato a gradini squadrati, mentre quelli della proposta di Sardini sono coronati da tondino. Altre soluzioni di Sardini inserite in questo disegno saranno criticate da Bianconi nella lettera con la quale spedirà il foglio inv. 9,54 sopra citato: la base attica era giudicata "soverchiamente ricca per il dorico" e inutili le ringhiere delle finestre sotto il portico, di fatto "non praticabili" (AS, cart. 141, n. 82).
L'edificazione definitiva, pur mantenendo il portico "palladiano" (Sabatini, 1993, p. 60) per il quale Sardini si era ispirato alle Ville Trissino e Badoer (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini, cart. 128: Memorie della famiglia Sardini, fascicolo 15), seguì forme diverse da quelle presentate in questa tavola. La villa fu demolita intorno al 1930.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Dallaj, Arnalda (2007)
Aggiornamento: Dallaj, Arnalda (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-26688/
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