Transito della Madonna
ambito emiliano
Descrizione
Ambito culturale: ambito emiliano
Cronologia: 1640 - 1660
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / inchiostro a penna, acquerellatura, biacca, matita rossa
Misure: 226 mm x 318 mm
Descrizione: disegno eseguito a inchiostro bruno a penna, con acquerellature d'inchiostro, lumeggiature di biacca ora virata su carta avorio; presenta quadrettatura a matita rossa per la trasposizione e macchie di bottega
Notizie storico-critiche: Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato, il disegno viene definito: "Gruppo di devozione di Gio: B. Montani".
Il nome citato dal collezionista è tuttavia fuorviante poiché, per ragioni stilistiche, il disegno non può essere avvicinato al pittore Lombardelli (ricordato dalle fonti anche come Montano) e neppure all'intagliatore Montano, del quale Sardini possedeva numerosi fogli.
Forse un tempo nella legatura era stato inserito un disegno montaniano poi sostituito con il presente. Una duplice iscrizione sui margini inferiore e superiore indica un nome del tutto ignorato dall'indice (Boccacini / Bocacino); la circostanza potrebbe corroborare l'ipotesi di una interpolazione di esemplari nel volume. Anche quest'ultimo riferimento non può essere accettato come indicazione attributiva, neppure pensando all'ultimo esponente della famiglia di pittori cremonesi, Francesco, il cui unico disegno noto appare molto lontano dalla nostra composizione (C. Thiem, Italienische Zeichnungen: 1500-1800. Bestandskatalog der Grapischen Sammlung der Staatsgalerie Stuttgart, Stuttgart 1977, n. 426).
Il Transito della Vergine in esame è caratterizzato infatti da una stesura rapida, spezzata, pittorica piuttosto che disegnativa, e con un chiaroscuro sorretto da acquerellature a macchia e non da tratteggio. I forti contrasti e la mobilità del lume denotano assonanze con gli esiti della pittura del Seicento emiliano. La tipologia delle figure, le attitudini compunte e l'intonazione classicista manifestano l'attenzione verso l'opera di Francesco Albani. Di uno dei suoi allievi "minori", Emilio Taruffi, è stato segnalato un disegno che "per la sommarietà della stesura e certa durezza geometrica del tratto" (A. Mazza, Disegni bolognesi del Sei e Settecento alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia: la collezione Certani, in La pittura emiliana nel Veneto, a c. di S. Marinelli e A. Mazza, Verona 1999, p. 254) può aiutare non tanto a proporre una paternità per il foglio in esame ma almeno a individuarne l'ambito. Anche se non rifinito nelle fisionomie e nei dettagli anatomici, il disegno della Collezione Sardini Martinelli definisce l'intera composizione e non presenta pentimenti. E' presumibile possa trattarsi di un elaborato sottoposto all'approvazione del committente; infatti la quadrettatura, tracciata in vista della trasposizione in un dipinto finora non identificato, è sovrapposta alla stesura del disegno. Al gruppo che circonda, a sinistra, la Vergine si oppone a destra quello degli apostoli, enfatizzato dalla presenza del frontone e dell'arco sullo sfondo. Gli angeli in controluce tra nimbi assolvono la funzione di raccordo tra la scena terrena e il riverbero dei cieli aperti in attesa di accogliere Maria. Una grande macchia di inchiostro in basso a sinistra impedisce la piena leggibilità di due astanti ripresi di spalle.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Dallaj, Arnalda (2008)
Aggiornamento: Dallaj, Arnalda (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-26970/
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