Decorazione di una parete della galleria di Villa Medici a Roma
Zucchi, Jacopo
Descrizione
Autore: Zucchi, Jacopo (1542 ca.-1592)
Cronologia: ca. 1584 - ca. 1587
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / grafite, inchiostro a penna, acquerellatura
Misure: 245 mm x 300 mm
Descrizione: il disegno, che conserva tracce della costruzione a grafite, è eseguito in parte con tiralinee e in parte a mano libera a penna e inchiostri bruno e nero ora virato, con acquerellature per le ombreggiature; il supporto, centinato, è composto di due fogli incollati di carta avorio; nella zona di sovrapposizione si notano, in trasparenza, linee che appartengono alla trabeazione della parte inferiore della composizione; la porzione sommitale è completamente eseguita con inchiostro più scuro e potrebbe trattarsi di un pentimento
Notizie storico-critiche: Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato, il disegno viene definito: "Porta ornata".
Il disegno in esame si affianca ad alcuni fogli di Jacopo Zucchi conservati a Londra, in parte al Royal Institute of British Architects e in parte al Victoria and Albert Museum.
Nei fogli, ove come suo costume l'artista dimostra "una comprensione completa degli spazi e della decorazione ad essi destinata" (M. G. Aurigemma, Un corpus perduto?: sui disegni di Jacopo Zucchi, "Studiolo" 5 2007, p. 125), è delineato il progetto di affreschi e stucchi per la galleria edificata nel lato orientale della Villa Medici a Roma su commissione di Ferdinando de' Medici, desideroso di creare spazio per la collezione di antichità in continuo incremento. La proposta di datazione tra il 1584 e il 1587 tiene infatti conto della data di arrivo della collezione Capranica - Della Valle e del momento di attività di Zucchi e del suo atelier per la decorazione del piano nobile della villa (La Villa Médicis. Académie de France à Rome, Rome 1989, I, p. 192).
Le decorazioni della galleria non furono però eseguite ed il progetto, che prevedeva la presenza di nicchie con statue raffiguranti divinità mitologiche e di oculi ospitanti busti di imperatori romani, non ebbe alcuna influenza sulla effettiva disposizione delle sculture (E. Pillsbury, Drawings by Jacopo Zucchi, "Master Drawings" 12 1974, pp. 20-22; Villa Medici: il sogno di un cardinale: collezioni e artisti di Ferdinando de' Medici, a c. di M. Hochmann, Roma 1999, pp. 278-281).
Nel 1699 ca. Carlo Fontana ebbe il compito di stilare per la corte medicea una relazione sulla capacità di alloggiamento della villa e dal documento si evince l'assenza di decorazioni nella galleria (La Villa Médicis, cit., pp. 162-165).
I fogli finora pubblicati riguardano solo le pareti lunghe e si ritiene che siano andati dispersi i cinque in grado di restituire nella sua interezza l'estensione della parete settentrionale.
Il disegno in esame invece, di cui non era nota l'esistenza, documenta uno dei lati corti dell'ambiente e comprende anche la lunetta che asseconda la curvatura della volta a botte. E' raffigurata una porta sormontata da una nicchia circolare, tra putti, con un busto (di imperatore ?); l'apertura è inquadrata da paraste ioniche in accordo con l'ordine adottato sulle altre pareti. Ai lati della porta, tra le paraste e le semiparaste terminali, si osservano rappresentazioni simmetriche di Artemide Efesia; sopra la trabeazione, entro la lunetta, una grande targa mistilinea è affiancata da ignudi di impronta michelangiolesca, seduti in contrapposto con stemmi gentilizi, uno mediceo, l'altro non dettagliato.
Il rilievo planimetrico di Fontana chiarisce che nelle pareti corte, a differenza di quelle lunghe, non erano previste nicchie; e queste infatti non sono delineate neppure nel disegno in esame. Il modesto aggetto delle figure ai lati della porta farebbe pensare a rilievi in stucco piuttosto che a sculture a tutto tondo. Il soggetto di tale ornamentazione, raffigurando la dea della "Natura generante" celebrata da Pirro Ligorio nel suo Libro dell'antichità, sembra indicare che la parete in questione possa essere quella orientata verso il giardino.
Non sappiamo se il disegno sia stato raccolto dal marchese Giacomo Sardini o da Domenico Martinelli; tuttavia i legami professionali tra quest'ultimo e Fontana potrebbero corroborare la seconda ipotesi. Un ulteriore indizio in questo senso è offerto dalla carta sulla quale il disegno era originariamente incollato prima dello smontaggio della legatura. La sua filigrana è infatti della tipologia "santo in ginocchio", analoga a quella rilevata su fogli di legatura che sostenevano alcuni disegni posseduti da Martinelli, in particolare quelli del nucleo "montaniano" della collezione in esame.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Dallaj, Arnalda (2008)
Aggiornamento: Dallaj, Arnalda (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-26997/
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