Sezione della chiesa di S. Lorenzo Maggiore a Milano

ambito romano

Sezione della chiesa di S. Lorenzo Maggiore a Milano

Descrizione

Ambito culturale: ambito romano

Cronologia: post 1573 - ante 1619

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / grafite, inchiostro a penna

Misure: 474 mm x 532 mm

Descrizione: disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è tracciato a penna con inchiostro bruno utilizzando tiralinee, compasso e mano libera nelle parti ornamentali; alcune linee sono tracciate con inchiostro nero; il supporto è di carta pesante avorio di formato irregolare e presenta puntinature costruttive e abrasioni per cancellature

Notizie storico-critiche: Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo "Chiese e loro parti" con la definizione "4 Spaccato di Chiesa".
Il disegno appartiene alla serie di proposte per il rifacimento della cupola della chiesa di S. Lorenzo a Milano, crollata con parte della basilica il 10 giugno 1573. S. Carlo Borromeo incaricò forse inizialmente Pellegrino Pellegrini (Tibaldi), ma il primo ufficiale responsabile della ricostruzione è Martino Bassi, che ha lasciato una notevole quantità di disegni di messa a punto del progetto, approvato dal Borromeo nel 1577, conservati presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano (BAM, Raccolta Bernardino Ferrari, t. XI, parte II, s. 150 sup.). Il progetto del Bassi nel 1589 fu posto infatti in discussione dal punto di vista formale e statico-costruttivo dal milanese Guido Mazenta, fratello di Alessandro, canonico del duomo e poi "praefectus fabricae" di Federico Borromeo e di Giovanni Ambrogio, barnabita e architetto. Il Mazenta chiese pareri a più architetti operanti a Firenze e a Roma e si istituì una commissione di tre architetti esperti: Ambrogio Alciati, Vincenzo Seregni e forse Tolomeo Rinaldi, contrario all'opera del Bassi (gli scritti allora prodotti furono pubblicati nel 1771 da B. Ferrari, con la verifica dei calcoli strutturali del Bassi, e riediti da C. Baroni nel 1940). Le diverse soluzioni del Bassi e di altri architetti, prodotte in corso d'opera, anche dopo la morte del Bassi (1591) fino al completamento della cupola nel 1619 da parte di Aurelio Trezzi, sono in parte conservati alla Biblioteca Ambrosiana al cod. F 251 inf. (raccolta di F. M. Richino), all'Archivio Storico Civico di Milano (Milano, Biblioteca Trivulziana, Raccolta Bianconi, IV, pp. 19-28) e in parte sparsi in diverse collezioni in Italia (Firenze, Uffizi A 190; ASD, Archivio Spirituale sez. X vol V) e all'estero (Londra, Victoria & Albert Museum , nn. 613-614).
A questa serie appartengono forse anche questa sezione del corpo centrale della chiesa con due delle quattro torri e il disegno di inv. 5,32 bis, con il nucleo centrale in sezione e prospetto e l'avancorpo della basilica. I due disegni sembrano opera dello stesso autore.
Nel disegno la parte sottostante l'imposta della cupola, appiattita nella vista frontale, si propone in realtà di costituire un ottagono regolare fin dalla base, irrobustendo i pilastri di raccordo tra i conchi con un ordine di coppie di colonne o paraste di ordine corinzio gigante, su cui è impostata la trabeazione che porta al secondo livello con coppie di supporti corinzi più piccoli che inquadrano nicchie incorniciate a livello dei catini. Sulla trabeazione soprastante, ornata da triglifi alternati a decori con soggetto liturgico, è impostato un tamburo ottagonale con quattro finestre a edicola e una cupola a tutto sesto. All'esterno il tamburo è ornato da coppie di colonne corinzie a reggere una cupola ottagonale a spicchi, il cui profilo è mitigato alla base da un cornicione con volute negli spigoli e una serie di gradoni, come meglio si evince dal prospetto esterno del disegno di cui all'inv. 5,32 bis. Nella sezione compare anche il profilo dei conchi e del deambulatorio su due piani; sullo sfondo si intravedono le due torri rielaborate con un disegno in stile con la chiesa, che prevede una serie di campiture cieche quadrate e rastremate fino all'imposta della gradonatura esterna della cupola, su cui si erge la parte terminale, con aperture a tutto sesto fiancheggiate da piccole semicolonne binate, sovrastate da un cornicione con volute che riprende quello della cupola, da una piccola cupoletta a spicchi e da pennacchi. Anche il lanternino sopra la cupola riprende i motivi compositivi già citati.
Il tentativo di attribuzione è complesso. C. Baroni che per primo ha pubblicato i disegni (Baroni, 1941 pp.61-62), non ritiene il disegno opera di Giovanni Battista Montano, attribuendolo con formula dubitativa al Rinaldi.
Il profilo della cupola, che richiama il Pantheon e per alcuni elementi S. Pietro in Vaticano, indurrebbe ad assegnare il disegno a un autore operante in ambito romano, come conferma A.Scotti, pubblicando nel 2004 i disegni di S. Lorenzo presenti in questo tomo, pur dubitando dell'esecuzione di Montano (Scotti, 2004 pp.177-179).
La grafia è incerta e i disegni rivelano incongruenze strutturali e di rappresentazione, sottolineate anche da G. Rocchi Coopmans de Yoldi, che pubblica i disegni in una rassegna dell'iconografia di S. Lorenzo prima della ricostruzione cinquecentesca (Gatti Perer, 1991 pp. 98-99), istituendo confronti e ipotizzando sequenze, senza fornire però ipotesi di attribuzione. Il disegno riporta varie cancellature e correzioni, che confermerebbero la fase di studio seppur avanzato del disegno, eseguito in relazione al progetto di M. Bassi del 1577, che ha un avancorpo con fronte simile a quello del disegno di inv. 5,32 bis.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Caspani, Licia Anna (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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